Ho letto con piacere sul Corriere della Sera del 6 febbraio un articolo sul Medioevo di Amedeo Feniello, che denuncia le false letture, frutto di profonda ignoranza, che ancora oggi vengono date di questa epoca della storia lunga un millennio, che risulta davvero difficile liquidare con una battuta, spesso ancora ricorrente, di “epoca oscura”.
In realtà, da anni i principali studiosi della materia hanno dimostrato scientificamente l’infondatezza della “leggenda nera” contro il Medioevo, ma essa rimane ancora viva e diffusa nell’ambito popolare e viene spesso usata, da politici e giornalisti soprattutto, con intenzioni denigratorie.
Per cui sono lieto che sul primo quotidiano italiano sia uscita, con il titolo significativo Non sparate sul Medioevo!, la presentazione di un libro di Marco Brando sul rapporto fra il Medioevo e i media italiani, che sembra andare nella direzione di restituire un poco di verità su questa epoca così importante per la storia e la cultura italiane.
Tuttavia, il tema merita anche altre riflessioni. Il disprezzo verso il Medioevo nella cultura oggi dominante è la conseguenza dell’attacco voluto contro l’idea che il cristianesimo possa dare vita a una civiltà.
Per le diverse ideologie laiciste il cristianesimo può al massimo essere una scelta personale, ma non deve pretendere di proporre soluzioni sociali o politiche.
E anche molti cattolici accettano questa impostazione intimistica, riducendo la Chiesa a una ONG, come ha denunciato ripetutamente Papa Francesco. Intendiamoci, il Medioevo non è stato il Paradiso terrestre. Più lo studi più te ne accorgi. Ma è stata una società cristiana,dove il senso comune faceva riferimento al Vangelo, anche se poi è stata una storia piena anche di “contro-testimonianze” evangeliche.
È stato proprio un caro amico a mettere in guardia dal rischio di combattere la “leggenda nera” sul Medioevo con una “leggenda rosa”. Marco Tangheroni (1946-2004) è stato un grande professore di Storia medioevale, ma anche un militante cattolico, dirigente di Alleanza Cattolica, che non ha mai rinunciato all’impegno apostolico e politico, pur facendo, e molto bene, il docente universitario.
Proprio nei giorni scorsi è uscito nel ventennale della morte un libro che raccoglie i suoi “scritti militanti” (Cristianità, 2024), cioè i suoi interventi extra-accademici.
Fra questi un prezioso contributo sulla “democrazia medioevale”, così diversa da quella moderna, eppure così importante per definire l’atteggiamento cattolico nei confronti del potere.
Leggetelo, se potete, anche per capire come la lunga storia medioevale, che si dipana dal IV al XIII secolo, può ben essere definita come il Millennio della fede, pur con tanti errori ed episodi negativi. Questo periodo della storia è imprescindibile per la nostra identità e per quella della nostra patria.
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