LE BALLE STORICHE DI BENIGNI (di Francesco Cavallo)

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L a f oga di Benigni nell'inseguire il pensiero "politically correct". Ma negli anni '70, chi si permetteva di cantare "Fratelli d'Italia"? Oggi, in funzione anti-Lega, anche questo è possibile.....

A me ha fatto ridere (come sempre) finchè non si è messo a fare la lezione di storia. L’ha fatta benissimo, com’è da lui, ma gran parte dei contenuti della lezione non rispondono al vero.

Ha detto una marea di inesattezze, laddove non proprio di falsità, storiche: “Borboni truci”…“il tricolore frutto della Divina Commedia”…“Cavour, Garibaldi e Mazzini…hanno arricchito gli italiani”…”L’Italia fatta dal popolo”…(questa poi, è la più grossa…)

Andiamo, è roba da libretti da 1€ ai mercatini…e nemmeno più.

E’ un bravo comico, ma la storia non è il suo forte, soprattutto se si ferma ai clichè triti e triti infarciti di retorica nazional-patriottarda.

Benigni (che non discuto come comico, è il suo mestiere) nei panni dello storico ha fatto una magra figura, dicendo un sacco di falsità.

Si può dire o è lesa maestà?!

“Immenso Mazzini”? “Immenso Garibaldi”?

Andiamo…

Diciamoci la verità: quello di giovedì è stato un Benigni prezzolato: gli hanno dato 250.000 euro per fare un pò di retorica; potevano risparmiare e limitarsi a leggerci qualche capitolo di uno dei libri di storia che si usano nei licei… non c’è differenza…anzi, che si usavano nei licei…visto che ha detto delle cose oggettivamente superate da un pezzo da parte della storiografia…

Basterebbe “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa a smentire le balle raccontate da Benigni…basta Gramsci – addirittura – …E mi fermo qui.

Esaltare figure come Garibaldi è un modo per non rendere un servizio alla verità storica.

Dire esattamente come siano andati i fatti 150 anni fa (e lamentarsi se vengono dette castronerie come quelle dette da Benigni), non significa piangersi addosso o rimpiangere altre Italie…men che mai voler disunire…

Significa che si posono perseguire tutti i fini che vogliamo, ma a patto di non dire falsità.

Sui fatti di 150 anni fa, i meridionali non sono proprio scemi.

I meridionali, quelli veri (non quelli un tanto al chilo o semplicemente ed aprioristicamente anti-leghisti), non scordano.

Se proprio la vuoi raccontare, raccontala tutta.

Parla di Lombroso, parla dei campi di concentramento per meridionali in Piemonte, parla della leva obbligatoria, parla delle deportazioni, parla dei tanti paesini messi a ferro e fuoco dall’esercito sabaudo, parla dell’assedio di Gaeta, parla del massacro di Pontelandolfo, parla del plebiscito taroccato…e di tanto altro…

Viste le inesatttezze, le falsità storiche, la faziosità (a danno proprio del nostro meridione) che il geniale artista Benigni ha raccontato, sarebbe stato bello se lo Stato (mamma Rai) gli avesse affiancato anche altri artisti…

Poi, se dobbiamo battere le mani solo perchè è Benigni, è un altro discorso.

Poi, se dobbiamo dire che è un genio e ci fa ridere come pochi, io sono il primo, ma è un discorso diverso…

La coesione non si può fondare sulle mezze verità o, peggio, sulle falsità. Sarebbe a metà o falsa anch’essa, fragile. L’unità d’Italia si realizzerà (forse) quando si avrà il coraggio di raccontare la sua vera storia. Perciò Benigni, all’Italia ed alla sua Unità, non ha reso affatto un buon servizio. L’avrà reso alla Rai ma non all’Italia.

Abbiamo un’identià fragile – che vive solo in presenza di una squadra di calcio, di festicciole posticcie e di retorica come quella di Benigni – proprio perchè non abbiamo raccontato la verità.

Non è che per superare le difficoltà dobbiamo raccontarci delle balle.

Anzi, forse le difficoltà ce le abbiamo perchè per 150 anni ci siamo raccontati delle balle.

P.S.1: Segnalo due lucidi commenti:

http://www.reset-italia.net/2011/02/18/sanremo-sposta-nel-cestino-compreso-benigni/

http://blog.panorama.it/italia/2011/02/18/scendiamo-da-cavallo-e-rifacciamo-litalia/

P.S.2: Del resto, come dice l’amico Stefano Chiappalone, anche il turismo è una cartina di tornasole sull’identità nazionale: come mai i turisti continuano a visitare i monumenti romani, le cattedrali, le innumerevoli bellezze di un’Italia che fino al 1861 non c’era (stando alla vulgata), lasciando ai piccioni la statue di Garibaldi, Mazzini, e altri mediocri souvenir dello Stato unitario?!?

1 commento

  1. Ancora non ho pagato il canone rai. Non riesco a digerire la notizia che siano stati dati 250.000 euro al sig. Benigni. Una buona lezione di storia sul Risorgimento l’avrebbe fatta volentieri qualunque buon docente di storia che insegna ai licei. Concordo con molte osservazioni fatte da Francesco Cavallo. Grazie

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