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http://www.navecorsara.it/wp/2016/07/06/centralismo-democratico-si-torna-allantico/renzi-come-stalin/ - Il ‘No’ alla riforma costituzionale non significa essere contro il rinnovamento della Costituzione, che in 60 anni ha mostrato molti limiti e quindi ha necessità di incisive modifiche. Significa che non può esserci riforma al prezzo della disarticolazione dei corpi intermedi, il primo dei quali è la famiglia: questa riforma aggredisce il principio di sussidiarietà, e quindi – fra gli altri – il diritto/dovere dei genitori di educare i propri figli.
- A causa del sistema elettorale, il c.d. Italicum, che è strettamente collegato alla riforma costituzionale, è aperta la strada a un sistema dispotico, al cui interno un partito con poco più del venti per cento dei consensi degli italiani ottiene il 55% dei seggi alla Camera, senza alcun bilanciamento dei poteri e con un Senato che non ha voce in capitolo. Il premier e il governo farebbero approvare qualsiasi legge negando di fatto il dibattito democratico.
- Come ha più volte ribadito il presidente del Consiglio Renzi, questa riforma farebbe da cornice costituzionale per completare la trasformazione del tessuto sociale italiano. Questo vuol dire, con riferimento diretto alla famiglia, le adozioni per le unioni omosessuali, la legittimazione dell’abominevole pratica dell’utero in affitto, l’introduzione del reato di opinione, la diffusione dei programmi di educazione gender nelle scuole, la legalizzazione dell’eutanasia e delle droghe.
- Questa riforma costituzionale è caldeggiata da governi esteri, da agenzie europee, da poteri finanziari multinazionali, i quali prospettano all’elettore sciagure economiche per l’Italia nel caso di vittoria dei No. Gli italiani respingeranno questo ricatto.
