L’INCREDIBILE CASO DELLA “FIRMA CON RISERVA” DI AMBROSOLI IN LOMBARDIA (di Fabio Luoni)

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Roberto Formigoni. Perseguitato da certa magistratura, si è impegnato per dare concreta attuazione politica ai Valori Non Negoziabili (by editor)

Fin da tempi lontani la firma è il modo più diretto e chiaro con cui chi la pone sancisce la condivisione dei contenuti sul documento stesso. Dire “ci metto la firma” è anche un modo di dire che rafforza l’idea di condividere un contenuto, un gesto … In Lombardia in questa campagna elettorale accade invece qualcosa di strano: come da molti anni, il Forum delle Associazioni Familiari della Lombardia propone all’attenzione dei candidati al consiglio regionale e alla presidenza della regione un documento con le priorità d’azione per la futura guida della regione. Al centro del documento, in estrema sintesi, sono le politiche che hanno come riferimento i valori non negoziabili (vita, famiglia, libertà di educazione). Il candidato del Centrodestra Roberto Maroni ha sottoscritto tale documento, segnando una continuità di intenzioni con la giunta uscente di centrodestra di Formigoni che in questi anni ha prodotto alcuni dei migliori esempi di provvedimenti a sostegno di questi valori, come il Buono scuola all’interno della Dote scuola (concreto sostengo alla libertà di educazione delle famiglie), il fondo Nasko (concreto sostegno ai Centri di Aiuto alla Vita che si occupano di prevenzione dell’aborto) e l’avvio del fattore famiglia. Pochi giorni dopo, il presidente del Forum Lombardo sottopone il documento anche al candidato di centrosinistra Ambrosoli: il candidato, come riporta ad esempio un articolo di “Avvenire”, firma ma “con riserva”. Di fatto, Ambrosoli, come riportano le cronache, solleva obiezioni, proprio sui provvedimenti più importanti della giunta Formigoni che il Forum chiede nel suo documento di mantenere: il Buono scuola e il fondo Nasko… Quando ho letto l’articolo su “Avvenire” ho immediatamente scritto al presidente del Forum della Lombardia e ai membri del direttivo, chiedendo che cosa significasse una “firma con riserva”: un documento o si condivide e si firma oppure non lo si condivide e quindi non lo si può far firmare. A cosa serve chiedere la sottoscrizione di un documento che contiene degli impegni precisi se poi si permette che venga firmato anche da chi questi impegni non li condivide ? La mancanza di chiarezza, che spesso si rimprovera ai politici, questa volta parte dalle associazioni familiari, o almeno dal suo vertice regionale. Infatti, molti degli stessi membri del direttivo regionale del Forum hanno chiesto che tale firma non sia considerata valida, poiché è appunto incomprensibile. Siamo ancora in attesa di capire l’esito di questa vicenda che, per un’esigenza di equilibrismo politico, di certo dà un’immagine molto negativa del Forum soprattutto verso le associazioni e le famiglie che aderiscono. Questo fatto mette in luce un grosso problema di convivenza nel rapporto con il mondo politico all’interno del mondo dell’associazionismo familiare e del mondo cattolico in generale: di fronte a delle indicazioni chiare verso la necessità di promuovere e tutelare primariamente i principi non negoziabili da parte della politica, c’è una parte di questo mondo che guarda da un’altra parte. In sostanza chi nel mondo Cattolico guarda a sinistra deve cercare di conciliare l’inconciliabile: cioè negoziare proprio su quei valori che il Papa e i vertici della Chiesa Cattolica chiamano “non negoziabili”. Quanto meno questi valori sono mal tollerati e si vorrebbe far emergere altre questioni che permetterebbero di sancire l’alleanza sociale e politica con la cultura di sinistra. In questo caso si è trattato di un “assist” al candidato di centrosinistra Ambrosoli a cui non deve essere sembrato vero riuscire a tenere insieme un programma con le richieste dell’estrema sinistra e di fare la passerella anche tra le associazioni familiari senza grandi difficoltà, riuscendo anche a sottoscrivere il documento con la ridicola formulazione della “firma con riserva”. Evidenza di ciò è un altro fatto, altrettanto curioso, che avviene sempre in Lombardia in questa campagna elettorale: alcune delle stesse associazioni che aderiscono al Forum delle Associazioni Familiari e che propongono ai candidati il documento di cui sopra (Azione Cattolica, CIF, ACLI), nello stesso momento sottoscrivono con altre associazioni “cattoliche” un altro documento con un “decalogo” di priorità per i futuri governanti dalla regione: peccato che i contenuti di questo secondo documento non corrispondono praticamente in nulla con i contenuti del documento del Forum. La domanda è semplice: siccome si parla di priorità sarebbe interessante capire, per queste associazioni, quali priorità sono valide? Chi ha a cuore la promozione dei valori non negoziabili dovrebbe prendere spunto da questo caso in Lombardia per capire da che parte remano veramente i propri compagni di viaggio.

 

 

 

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