
Dal palco romagnolo di Comunione e Liberazione, Mario Draghi ha dato prova di essere e comportarsi da Politico, in grado di uscire dal personaggio soltanto tecnico, economico e legato alla finanza, dimostrando allo stesso tempo che economia, finanza e tecnica non rappresentano freddi elementi lontani dalla scienza umanistica e dall’empatia esistenziale.
Interviene infatti un elemento etico, universale, creativo: l’esercizio della forza di volontà che può andare a braccetto con l’allenamento della pazienza, dell’autocontrollo e di quel sensazionale mix fra Interesse Nazionale e capacità di adottare provvedimenti che non accontentano tutti, ma sul lungo periodo almeno, riportano lo Stivale sull’autostrada della ripresa. Cambiando le marce, accelerando con le giuste frenate e lo sguardo di insieme sul percorso da intraprendere.
Le convinzioni del premier partono dalla situazione acquisita dell’Italia in Europa: grazie ad una geopolitica studiata ed approfondita, ad una politica internazionale prudenziale e misurata, ad una giusta coniugazione fra politica interna e internazionale.
L’editoriale di Minzolini del 1° settembre parlava di Equilibrio: anche quelli come noi che fin dall’inizio non sono stati sostenitori di Draghi hanno il dovere di guardare la realtà in faccia, scrutando e analizzando gli sviluppi sostanziali raggiunti. Senza ideologia, senza dietrologie.
Esiste una parola spesso abusata, di fatto inesistente ma che è stata incarnata dalla leadership attuale: competenza.
Fama? Certo, in Europa la rispettabilità e l’autorevolezza di Draghi hanno rappresentato un biglietto da visita importante per ottenere aiuti e sussidi, sostegni e solidità.
Ma la fama e il successo vanno mantenuti e devono giocare la loro partita sul terreno del lungo periodo.
Nel suo canto da solista sul palco di Comunione e Liberazione il premier ha ribadito la legittimità e la necessità di andare a votare per esercitare il senso civico: l’ottimismo della volontà può intercettare l’equilibrio di chi tiene ben ancorati i piedi per terra, tenendo ben ferme fronte e pupille verso la luce oltre il tunnel.
Speranza e Verità incarnano due termini e due brocardi che animano il discorso del capo del Governo.
Vincere convincendo per usare una metafora calcistica: lasciando nel dimenticatoio dietrologie e polemiche, senza titoli di coda che corrono sugli errori del passato, senza negatività che ostacolino il percorso.