MECCANICA DELLA RIVOLUZIONE

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L’attualità di questo libro è oggi tale che è possibile definirlo un’opera indispensabile. Esso espone la meccanica con cui la Rivoluzione s’impadronisce della società, mira a distruggere ogni opposizione, sostituisce ai bisogni naturali bisogni artificiali, falsifica i concetti più elementari perseguitando coloro che difendono le verità permanenti.

   Augustin Cochin, storico e sociologo nato nel 1876 e morto sul fronte della Somme nel 1916, sviluppa le sue considerazioni partendo da un esame profondo della Rivoluzione francese, nella sua preparazione, nella sua esplosione e nel suo tirannico trionfo; il suo libro però mostra soprattutto i meccanismi di una Rivoluzione che continua a ripetersi, funzionando sempre alla stessa maniera, dai moti rivoluzionari dell’Ottocento alla Rivoluzione bolscevica alla contestazione selvaggia.
  A Cochin non interessano tanto i protagonisti del fenomeno, quanto i suoi procedimenti. Il meccanismo deve avere un centro organizzativo, il cui obiettivo preliminare sarà l’unione strettissima di tutti coloro che possono contribuire alla Rivoluzione. E già questa unione è fosca, perché gli uomini stretti da simili legami diventeranno in breve tempo nemici implacabili: le prime vittime dell’odio fraterno sono immancabilmente i fratelli di ieri. Ed ecco la macchina rivoluzionaria in opera, occupata a manipolare i concetti di verità, di libertà e di giustizia. Essa agisce prima mediante i circoli culturali (le “società di pensiero”) dove il libero pensiero, sotto il nome di verità, esercita una tirannide intellettuale sui profani esclusi dall’intellighentsia.

Poi agisce mediante l’individualismo che, con il nome di libertà, esercita una tirannide morale sull’individuo, liberandolo, cioè isolandolo, per asservirlo meglio. Opera infine mediante una sedicente giustizia, che esercita una tirannide materiale con la spoliazione violenta di tutti i beni.

La Rivoluzione, divenuta dominante, non lascia alternative: essa è il sistema.

  Questo libro scopre le carte al sistema, per consentire, almeno, un gioco leale.

 

 

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