NEL SEGNO DI FATIMA LA CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA (rassegna stampa a cura di David Taglieri)

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L’assedio di Mariupol segnerà la storia quale rappresentazione di crimine di guerra”, afferma in sintesi il Presidente Volodymyr Zelensky sulla sua pagina facebook; ancora, specifica che si tratta di “un atto di terrore che sarà ricordato nei secoli a venire”.

Il sindaco di Mariupol Vadym Boichenko si affida a Telegram per affermare che, nell’ultima settimana, diverse migliaia di residenti sono stati deportati in Russia. Gli occupanti russi hanno trascinato via illegalmente persone dal distretto di Livoberezhny, sulla riva sinistra del fiume, da un rifugio antiaereo ricavato in un club sportivo, dove più di mille persone, soprattutto donne e bambini, tentavano di proteggersi dai bombardamenti.

Una fotografia di vita vissuta e di storia ce la consegna Fausto Biloslavo su Inside Over del 20 marzo 2022: qui descrive Kiev con la raffica di razzi e lanciatori multipli, nipoti degli organi staliniani della seconda guerra mondiale: il corso degli eventi che si ripete, uno scatto immortalato che attraversa il tempo e lo spazio. «Sentite i colpi? Ci stiamo abituando ai bombardamenti russi soprattutto di notte o nelle prime ore del mattino», osserva Dmytro Volovnykiv, ex vice ambasciatore ucraino a Roma.

Le bombe hanno colpito le prime case di Kiev e in cima, alla strada Generale Naumov.

Nell’editoriale dell’ultimo numero di Limes viene messo in evidenza un fattore centrale: la responsabilità primaria della guerra è della Russia. 

L’aggressione all’Ucraina incarna un pretesto-stratagemma per Mosca per elevarsi ad impero: senza impero, afferma ancora il lungo articolo di fondo, la Russia non ha alcuna ragion d’essere. Sono la storia, la geografia e l’autoconsapevolezza a vietarle la possibilità di essere uno Stato Nazionale: leggiamo così le evidenti tendenze alla megalomania di Putin, allorché si evidenzia il timore del suddetto di passare alla storia come lo zar che ha perso – definitivamente – l’impero.

Ed è ovvio anche lo scopo di costruire un baluardo che pian piano stigmatizzi, decostruisca, annichilisca il comparto occidentale.

Obiettivi geografici, mete storiche, sogno di passare alla storia nel segno del mito: ci viene in mente quanto la pandemia possa aver modificato la percezione delle persone comuni e ipoteticamente dei grandi della terra, non sempre in grado di tenere a bada l’equilibrio psicofisico con il delirio di onnipotenza.

A pagina 44 di Limes Ochsana Pachlosvka parla dell’Ucraina confine d’Europa: nello specifico a pagina 48 rammenta che il 16 febbraio 2022 vi è stata la preghiera comune di tutte le fedi presenti in Ucraina: nell’immortale scenario spazio-temporale fra le varie chiese ucraine (ortodossa, cattolica, greco-cattolica) si notava però l’assenza della chiesa ortodossa facente capo al Patriarcato di Mosca. Segnaliamo a pagina 46 una bella carta geografica nella quale si diversificano tutte le numerose tipologie di cristianesimo presenti in Ucraina. 

Ihor Kohut sposta l’obiettivo sul punto di vista di chi al momento sta rielaborando e ripensando gli strumenti della difesa: l’Ucraina. Parla della dimensione di attesa permanente della guerra: è emersa la difficoltà emotiva di accettare l’estrema potenza del nemico e della vita da spendere nel continuo timore di ritorsioni di prepotenza e crudeltà. Il tema principale di questo pezzo giornalistico – sempre su Limes – è il rapporto fra le potenzialità di attacco russo e il livello di progresso nella capacità di reggere botta dell’Ucraina.

Dalla Bussola Quotidiana apprendiamo della volontà del Papa di risolvere il particolare momento di tensione e di crisi geopolitica con gli strumenti dell’affidamento all’Alto.

La consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria da parte di Papa Francesco è una preghiera da cui tutti ci attendiamo, per grazia di Dio e di Maria, un esito storico e perciò anche politico. Questo spiega perché il Papa desideri che tutti i vescovi del mondo si uniscano ad essa. 

Il vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla – Massimo Camisasca – ha spiegato alla Bussola l’importanza del gesto determinante che il Pontefice compirà il 25 marzo prossimo nel pieno della guerra Russia-Ucraina e con lo spettro di un conflitto nucleare alle porte.

Interessanti anche le dichiarazioni del professor Marco Guidi ai microfoni di Roma.it sulla criminalità, la brutalità e la violenza che sta caratterizzando questo periodo di guerra.

Per Marco Guidi, infatti, questo scenario non è per nulla una novità: “Purtroppo le violenze sessuali sono una cosa molto comune da parte dell’”armata rossa”. E’ bene ricordare che “… a metà tra gli anni ‘44 e ‘46 nelle zone occupate dai Russi in Germania sono stati denunciati 18 milioni di stupri. I Russi abitualmente violentavano le donne tedesche da anni dai 12 ai 70 anni”.

 

    

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