NIGERIA: RAPITA E PRIGIONIERA DA PIU’ DI DUE ANNI

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Ecco lo sconvolgente appello della famiglia di Leah Sharibu, la ragazza cristiana rapita dagli uomini di Boko Haram in Nigeria e ancora detenuta perché si è rifiutata di convertirsi all’Islam: “È prigioniera da 814 giorni, perché nessuno ci aiuta?”

Infatti, sono passati più di due anni da quel 11 febbraio 2018, quando 111 ragazze sono state rapite a Daphi, in Nigeria, dal gruppo islamico radicale di Boko Haram. Di queste 111 ragazze, 105 sono state liberate, altre cinque sono morte nelle mani degli jihadisti. 

Una sola è ancora rimasta detenuta, Leah Sharibu, perché cristiana.

Sono gli stessi uomini di Boko Haram ad averlo detto ai genitori di Leah: “Lei si è rifiutata di convertirsi all’islam. Finché non diventerà musulmana non sarà rilasciata”.

Su Leah, che oggi avrebbe 17 anni, le notizie sono poche e discordanti. Secondo indiscrezioni confermate da Tempi.it, è viva ma sarebbe stata costretta a sposare un comandante di Boko Haram e avrebbe concepito un figlio.

Comunque, la famiglia della ragazza non ha perso la speranza di ritrovarla“È prigioniera da 814 giorni, perché nessuno ci aiuta? … La cosa più importante per noi è di riaverla indietro sana e salva. Devono liberarla, a prescindere dalle sue condizioni”.

Il governo nigeriano è severamente criticato per aver fatto poco o niente per liberare Leah. In un’intervista pubblicata da Tempi.it, la madre di Leah si sfoga:  “Il governo ci ha fatto delle promesse ma non le ha mantenute. Il presidente Muhammadu Buhari è riuscito a liberare 105 studentesse musulmane, compagne di Leah, ma non mia figlia, l’unica cristiana rapita … Abbiamo passato due anni terribili senza poter fare niente, e ogni volta è una coltellata: prima hanno detto che era morta, poi che era viva, poi che si è sposata, poi che ha avuto un figlio. Ogni volta per la mia famiglia è un colpo al cuore”.

Ma quello che più colpisce è stato il silenzio della comunità internazionale. Un silenzio veramente scandaloso e indegno.

L’Osservatorio sulla Cristianofobia, come anche altre realtà, è intervenuto per ottenere il rilascio di Leah. Più specificamente, i membri e sostenitori dell’Osservatorio tramite una petizione hanno chiesto al Segretario Generale delle Nazioni Unite, il portoghese Antonio Guterres, di intervenire perché Leah Sharibu fosse liberata al più presto e ritornasse alla sua famiglia.

La storia di Leah ha scosso tutta la Nigeria. Emmah Isong, segretario nazionale dell’Associazione cristiana pentecostale, l’ha definita «ambasciatrice del cristianesimo nella Repubblica di Boko Haram». Se dal 2015 al 2017 le attività terroristiche di Boko Haram erano diminuite, ora gli islamisti sono tornati a compiere violenze quasi ogni giorno. 

E’ importante che le comunità cristiane occidentali – almeno con la preghiera – aiutino questa ragazza e tutti  i cristiani nigeriani che ogni giorno rischiano la vita. 

 

 

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