Notizie dall’estero 13 febbraio 2006

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Ben ritrovati a tutti gli ascoltatori con il nostro appuntamento sui fatti del mondo.
Questa settimana vogliamo iniziare segnalando un bell’articolo apparso sulla rivista “Internazionale“, a pagina 5.
Il titolo è “Giornalismo alla cinese”, e l’articolo in questione parla della difficile situazione che la stampa cinese sta vivendo in questi ultimi tempi.
Il 2 febbraio scorso, quindi una decina di giorni fa, un giornalista cinese è morto a seguito delle ferite e delle percosse della polizia, polizia che non gli aveva perdonato la pubblicazione di un articolo critico sull’ imposizione di alcune tasse locali.
Purtroppo questo non è un caso isolato. Secondo l’Internazionale “I pestaggi a morte sono una pratica diffusa nella Cina di oggi”.
Il giornalista si chiamava Wu Xianghu.
Negli ultimi mesi in Cina si sono moltiplicati gli arresti e le condanne di giornalisti. Alcune testate sono state chiuse o richiamate all’ordine.
Scrive l’Internazionale: “Ora la priorità del Partito Comunista Cinese non è risolvere i problemi ma nasconderli all’opinione pubblica. Contadini ed operai protestano contro il regime, perchè il miracolo economico cinese di fatto ha prodotto grandi disuguaglianze. Bisogna dirlo senza mezzi termini – prosegue l’Internazionale – : non ci sono progressi. Siamo anzi in una fase regressiva. L’Occidente tace perchè non vuole mettersi contro il PCC”.
E fin qui l’Internazionale.
A dire il vero però non tutto l’Occidente tace. Infatti i nostri ascoltatori ricorderanno l’ultima visita di Bush in Cina, risalente a qualche mese fa; in quella occasione non a caso il Presidente degli Stati Uniti si fece fotografare insieme ai rappresentanti di una Chiesa cristiana, sollecitando ancora una volta il rispetto per i diritti umani, e in particolare il diritto della libertà religiosa.
In Cina infatti non solo la libertà di stampa, come abbiamo visto, soffre di gravi limitazioni, ma anche le diverse fedi religiose presenti nel Paese soffrono ancora la censura del regime comunista.
Recentemente due sacerdoti della Chiesa cattolica clandestina, dopo aver rilasciato un’intervista al settimanale “L’Espresso”, sono stati imprigionati. Si tratta dei padri Wang Xhou Fa e Shao Gu Min.
Leggiamo dal quotidiano “Libero”, il giornale di Feltri, del 7 febbraio scorso: “I Vescovi e i sacerdoti che non accettano di far parte della Chiesa patriottica, che obbedisce al partito comunista, sono incarcerati allo scopo di convincerli a cedere… Altrimenti rimangono in galera, come il Vescovo di Yongnian, Mons. Han Dingxiang, che è prigioniero dal 1999.
Dalla Cina passiamo a quello che è accaduto in Turchia.
Il “Corriere della Sera” di sabato 11 febbraio riporta la cronaca dei funerali di padre Andrea Santoro, il sacerdote italiano assassinato da un fondamentalista islamico a Trebisonda. Durante l’omelia il Cardinale Camillo Ruini, che celebrava la Messa, ha detto: ” fin da adesso sono interiormente persuaso che nel sacrificio di don Andrea ricorrono tutti gli elementi costitutivi del martirio cristiano”.
Ma l’Agenzia di stampa Zenit riferisce che nonostante tutto, nonostante l’invito rivolto dal governo turco a Benedetto XVI° di recarsi in visita in Turchia nel prossimo novembre, continuano le minacce e le aggressioni contro altri sacerdoti cattolici, per il solo fatto di essere cristiani.
Un sacerdote francescano, padre Martin Kmetec è stato circondato e picchiato nella città di Izmir, davanti alla Chiesa di S.Elena, dove vive una piccola comunità di cattolici.
Insomma – leggiamo su Libero di martedì 7 febbraio – ” l’opera di demonizzazione dei Cristiani prosegue. E trovare qualcuno che li fa fuori è poco più di una formalità. Alì Agca insegna. Basta che si sparga ad arte la voce di un insulto rivolto ai Musulmani per dar fuoco alle polveri. E’ accaduto già nello scorso ottobre, quando un’orda di oltr e 100 p ersone ha assaltato il villaggio greco-ortodosso di Karsu, distruggendo 10 case e ferendo 5 persone. Nessuno è stato arrestato. Nemmeno per le altre comunità cristiane la vita è facile. Non per gli Armeni, terrorizzati da una serie di recenti assassini, apparentemente inspiegabili, all’interno delle loro abitazioni. La Turchia non ha mai ammesso il genocidio degli Armeni del secolo scorso e le autorità non indagano nemmeno ora. Se gli Armeni scompaiono è un problema in meno. E lo stesso si può dire dei protestanti. L’ultimo ad aver subito un’aggressione è Kamil Kiroglu, un pastore di 29 anni: il 20 gennaio scorso, nella città di Adana, lo hanno minacciato con un coltello da macellaio affinchè abiurasse la sua fede cristiana e abbracciasse l’Islam. Ha rifiutato e lo hanno lasciato in coma su una strada”.
Questo dunque accade in Turchia. E a proposito di Islam dobbiamo registrare che a distanza di oltre 10 giorni dalla pubblicazione di alcune vignette su Maometto da parte del giornale francese France Soir, non si placano le violenze in molti Paesi islamici.
Leggiamo dal Messaggero di domenica 12 febbraio che la Danimarca è stata costretta a chiudere le ambasciate di Iran, Siria e Indonesia. E sempre sul Messaggero di domenica 12 febbraio troviamo questa notizia poco rassicurante: “L’Iran torna a sfidare l’Occidente: pronti a disfarci del Trattato Nucleare“. Che significa? Beh, significa che il presidente iraniano Ahmadinejad, nel corso di un infuocato comizio nella principale piazza di Teheran, ha detto che l’Iran potrebbe decidere di uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare.
Come i nostri ascoltatori sanno bene, l’Iran ha avviato nei suoi impianti nucleari la produzione di uranio arricchito, che secondo gli ispettori dell’Agenzia Internazionale dell’Energia atomica potrebbe essere usato a scopi militari. Per questo l’Iran è stato deferito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Naturalmente è soprattutto Israele a temere un impiego a scopi militari dell’energia nucleare da parte di Teheran. D’altronde lo stesso Presidente iraniano Ahmadinejad non fa nulla per rassicurare l’Occidente. Anzi, riferisce il Messaggero, nel corso di quello stesso comizio, rivolgendosi alla folla in delirio, il Presidente Ahmadinejad ha chiesto come mai “in Europa siano liberamente consentiti insulti al Profeta Maometto, ma non un’indagine scientifica sull’Olocausto”. Per Ahmadinejad la stessa Shoah sarebbe infatti soltanto “un mito perpetuato per oltre 60 anni dai sionisti, con lo scopo di ricattare i Paesi occidentali e provocare l’esilio dei Palestinesi“.
Insomma sembra che l’Iran giorno dopo giorno faccia davvero di tutto per aumentare il clima di tensione
Lasciamo la politica e veniamo all’economia. L’Organizzazione Mondiale del Commercio (il WTO) ha condannato l’Unione Europea per le restrizioni alle importazioni di alimenti geneticamente modificati, accogliendo così un ricorso presentato dagli Stati Uniti. Secondo la WTO la moratoria imposta nel 1998 a tutela dei consumatori europei non avrebbe fondamento scientifico, ma sarebbe solo una misura protezionistica. Ricaviamo questa notizia dall’Internazionale e con questa notizia chiudiamo la nostra finestra settimanale sul mondo, ringraziandovi per la cortese attenzione e dandovi appuntamento alla prossima volta. Grazie e a risentirci

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