OCCUPAZIONE IN ITALIA: OLTRE LA PROPAGANDA DEL PD, LA REALTA’ DEI NOSTRI GIOVANI

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Non ci sono buone notizie in termini di occupazione, nonostante la grancassa elettorale messa in piedi da Matteo Renzi. Secondo gli ultimi dati resi noti da Eurostat, infatti, il tasso di occupazione in Italia resta fra i più bassi e continua a registrarsi un incremento del divario rispetto all’Eurozona.

Per Eurostat prima della crisi in una situazione peggiore rispetto all’Italia c’era solo Malta; qui il tasso d’occupazione si arrestava al 57,9 per cento. Nel 2016 ci siamo tolti anche la consolazione di non essere gli ultimi dell’eurozona, dato che Malta ha aumentato con gradualità costante l’occupazione arrivando al 69,6. Per quanto riguarda i giovani poi uno su tre non ha occupazione.

Insomma nel Belpaese sull’autostrada del lavoro si viaggia con una velocità minore rispetto al resto del continente: negli ultimi tre anni la differenza si è ulteriormente accentuata arrivando a 8,3 punti di stacco.

E poi chiariamoci bene sul concetto linguistico di “lavoro”: come rileva giustamente il pensatore Diego Fusaro, oggi si intende con tale termine una serie di situazioni che non sono considerabili come vera occupazione. Basti pensare alla carenza di garanzie e allo sfruttamento a volte insopportabile che vige nei call center. E quando l’ex capo del governo esulta trionfalmente sul tema dell’occupazione, sa benissimo che nei call center tanti giovani italiani si trovano ad effettuare chiamate, ricevendo in cambio parolacce e dileggiamenti da parte di coloro che rispondono dall’altra parte della cornetta e da parte degli stessi responsabili delle sale dedicate alla telefonia commerciale. Questo è lavoro? Ma lui è felice…

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