PER UNA MEDICINA UMANISTICA. APOLOGIA DI UNA MEDICINA CHE CURI I MALATI COME PERSONE (recensione a cura di David Taglieri)

694

Per una medicina umanistica. Apologia di una medicina che curi i malati come persone” (Edizioni Lindau, 2010, pagg 97) è l’ottimo vademecum di Giorgio Israel per non  dimenticare che concetti pur considerati scontati vengono ultimamente snobbati da parte della medicina ufficiale.

Ciò è dovuto ad un certo approccio con la nuova genetica, che mette in cantina la diagnostica tradizionale per lasciare campo libero alla determinazione del malato per via analitica, e ora anche attraverso test di carattere genetico.

Il rapporto soggettivo nonché umano fra m edico e paziente si raffr edda ed il senso di vocazione professional e di un tempo sembra venire meno.

In certi casi addirittura lo stato del soggetto in cura può esser diagnosticato a distanza, senza che il medico veda il volto, carpendo anche emozioni e stati d’animo.

Al posto di “un medico particolare” si sostituisce la figura del medico categoria astratta ed impersonale, sempre più uno specialista il cui compito è quello di analizzare un organismo attuando i rimedi standard per la tipologia di situazione che si trova a fronteggiare.

La persona è un universo a sé, risultato di cultura, esperienze, impostazioni, occasione unica ed irripetibile, che comprende l’essere malato ed il sentirsi malato, due stati psicofisici da non separare e da considerare nella loro globalità e  particolarità.

Il progresso e l’evoluzione scientifica teorica e sperimentale sono divenuti più importanti dello spazio umano di cure e la scienza si è ridotta ad una serie di protocolli e relazioni da sciorinare nei congressi, conclamandosi come  disciplina fine a  se stessa.

L’uomo non è macchina, anche se lo sviluppo post-contemporaneo lo vorrebbe oggetto virtuale, centro di interessi che trascendono i sani valori della medicina, vittima di esperimenti e di nuove applicazioni.

Israel sostiene sia necessario opporsi ad un riduzionismo materialistico, riproponendo il valore aggiunto, il carattere umanistico, istanza morale accompagnata dal b inomio conoscenza-pratica in tutta la sua pienezza.

La scienza moderna in qualche modo ha eliminato le discriminanti qualitative fra i fenomeni  di moto, riducendo tutto a differenze quantitative, mettendo sullo stesso piano stati di moto e stati di quiete, collocando la statica prima della dinamica, attribuendo posizione centrale al concetto di equilibrio, un equilibrio però del tutto quantitativo. La constatazione materiale nata da  fenomeni del mondo inanimato si è affermata in modo tormentato ma efficace sul piano della biologia distruggendo s oggettivit à, cancellando la progettualità ed il finalismo, concetti pur fondamentali del quadro antropologico.

L’armonia della physis, concetto dinamico, è cosa differente dall’equilibrio, e si può contestualizzare nella ben profonda diversità fra il fenomeno greco di natura e la teoria moderna di natura.

Osserva giustamente Heiddeger che la  traduzione di physis con natura è impropria, perché physis si riferisce a ciò che si schiude da sé stesso, il dispiegarsi di un  processo.

Interessante il capitolo dedicato alla svolta scientifica di Claude Bernard: normalità e patologia che devono essere considerati come stati quantitativamente diversi ma qualitativamente omogenei, normalità tipo ideale in condizioni sperimentali determinate, con intervalli di vario tipo, concezione ancora alla base della pratica medica, quando si determina lo stato di salute o malattia in laboratorio.

Numerosi fattori culturali e sociali fra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800 provocarono una vera e propria rivoluzione nell’assetto secolare della medicina, trasformata in un’impresa collettiva, visione promossa con preponderanza dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese, con la degradazione di ospedali in strutture organizzative di collocamento del personale medico.

Uno dei risultati tangibili fu la progressiva unificazione della medicina clinica con  la chirurgia; inoltre all’incirca nello stesso periodo trionfava l’ideologia sensista e materialista (fra questi Pierre Cabanis, che nel suo Rapporto fra il fisico ed il morale dell’uomo dichiarava che il cervello digerisce le sensazioni corporee, come lo stomaco digerisce il cibo e che questo processo da luogo alla formazione delle idee, quali secrezioni del processo digestivo, come accade per la bile).

Insomma da un certo momento anche la biologia stessa ha perduto il contatto con la realtà ed il processo vitale  si è fatto quasi del tutto meccanismo fisico-chimico elementare.

Alto fattore la schematicità eccessiva che annulla la vecchia medicina, pratica artigianale basata sull’ accumulazione di esperienze e rapporti personali per basarsi invece su procedure oggettive, generali e da applicarsi in modo uniforme.

La medicina che aggredisce la medicina e non si occupa del malato per risolvere ogni patologia diventa un errore di fatto.

Non ci sono soltanto dati da registrare e rilevare, ma bisogna considerare le modalità in cui il paziente vive il suo stato di disagio, malattia, sofferenza, elementi che influenzano senza dubbio i parametri oggettivi.

Il medico deve  tornare ad essere uomo, psicologo, confidente, consigliere: anima e corpo viaggiano di pari passo e i mali dell’uno possono essere spiegati nelle relazioni con l’altro.

Il linguaggio derivato di un cupo individualismo e di un vitalismo sessantottino ha eliminato il termine sofferenza, quello di sacrificio; perfino sulla morte o si ironizza o ci si lascia travolgere da demenziale superstizione, perdendo la dimensione principale.

Ripartire dal vissuto, dal reale, dal mondo della vita, e   non astrarsi da esso.

Dove vi è vita vi è normatività, unico modo in cui la coscienza umana esprime un senso etico e morale; normatività non è determinismo meccanico.

Una medicina umanistica deve ripristinare la cura ed eliminare la “mera riparazione”.

Come diceva G.Canguilem, “…è innanzitutto perché gli uomini si sentono malati che esiste la medicina”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui