PICCOLA RASSEGNA STAMPA FRA APERTURE E CHIUSURE (di David Taglieri)

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Sull’Opinione delle Libertà del 1° dicembre un articolo di Andrea Mancia ricorda Arturo Diaconale, storico fondatore della medesima testata. Come rammenta il suo collega ed amico Andrea Mancia, il direttore fu chiamato da Renato Altissimo – leader del PLI – per correggere la linea del giornale lib-lab e riconvertirla sulla strada di avvicinamento al centrodestra.

Sul Giornale un laico come Giordano Bruno Guerri si dice preoccupato per un regime sanitario che ci sta pian piano allontanando dalle tradizioni sale della vita: l’editorialista mette ben in evidenza come la via telematica, che in un primo momento poteva metterci sulla strada della socialità in maniera alternativa, adesso annoia le persone ed offusca le menti. Non si sentono gli odori, non si percepiscono le mille sfumature dei colori, e manca la situazione tattile.

Bruno Guerri teme il presepe presente solo sulla rete, e la Nascita in telediretta.

Alessandro Milan sul Quotidiano Nazionale è impressionato dalla iper presenza dei virologi in tv: mille versioni, banalità e tante volte coazioni a ripetere.

Fa specie quanto scritto da Filippo Facci su Libero in tal senso: Ilaria Capua nota virologa, prenderebbe 2000 euro ad intervento. Proprio da quella La7 che fa moralizzazione senza morale.

Sempre su Libero Antonio Socci stigmatizza uno Stato interventista negli affari della Chiesa, con un ribaltamento del concetto di laicità: anche per la messa di mezzanotte di Natale illustri ed illuminate menti del progresso democratico discettano su orari differenti per la sacra celebrazione.

Raffaele Morelli nella trasmissione di Nicola Porro “Quarta Repubblica” ha offerto il suo punto di vista sulla chiusura di questo periodo. In sintesi lo psichiatra ha affermato quanto l’essere umano abbia bisogno di contatti, percezioni sensoriali, aggiungendo che nelle stesse conversazioni telefoniche il cervello percepisce situazioni differenti rispetto alle sensazioni che prova quando ha la persona presente di fronte a sè.

Dunque, ripetiamo, la prudenza è necessaria, rammentando che lo Stato salutista e sanitario, che fa raccomandazioni di prevenzione, non sostituisce però nessun Dio, e non può privarci della nostra identità, nel regime della omologazione telematica.

Senza il rischio di diventare negazionisti. Perché se le regole vanno rispettate, allo stesso modo è ancora legittimo analizzare ed eventualmente criticare.

 

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