PILLOLE DI PSICOLOGIA IN TEMPI DI PANDEMIA (di David Taglieri)

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David Taglieri
David Taglieri

Lo psicologo Claudio Risè su la Verità del 18 ottobre scorso verga un bell’editoriale dedicato alla seconda ondata del Covid: con le argomentazioni psicologiche correlate alla vita quotidiana che conosciamo e gli riconosciamo ci spiega un altro rischio che stiamo correndo, la perdita della vitalità. Sappiamo bene infatti che l’umore, l’emotività, gli affetti incidono sul corpo e come il corpo incide sulla testa e sull’anima.

La geopolitica cinese con la sua volontà di potenza e di potere ha scardinato tutti i rapporti umani con la globalizzazione del pensiero e con l’uccisione della passione e dell’amore per la vita. Il virus sarà anche sfuggito dal laboratorio ma prima o poi urgerà una chiarezza su questi aspetti.

Lo stesso Rise’ rammenta che la vita è lotta e sofferenza e lo ricorda nell’aver ritrovato un quadernuccio della scuola sul quale appuntava pensieri di questo genere.

Bisogna senza dubbio individuare una strada mediana, quella che non ci fa essere beceri negazionisti o terroristi psicologici, ma bisogna lottare e lottare per la vita, per la bellezza della vita e per proseguirla con la prudenza del caso.

Un discorso difficile dato che la casistica e i contagi ci stanno riportando nella direzione del lockdown.

Il consiglio è quello di lottare contro il virus e contestualmente contro lo spengimento della vita e della vitalità. Rise’ ci dà il la per riflettere e confrontare altri punti di vista.

L’ordine degli psicologi della Toscana consiglia, semplificando, di non tradurre e trasformare la sana paura del virus in fobia: i contraccolpi psicologici potrebbero infatti provocare angosce, depressioni, idee sconsiderate, che possono incidere sulle difese immunitarie.

In psicologia la paura incarna un meccanismo di difesa attivo sin dal principio nei riguardi delle difficoltà legate alla sopravvivenza dell’individuo. La paura è infatti una sorta di adattamento che svela il rapporto tra l’ambiente e l’organismo, favorendo la sopravvivenza di quest’ultimo.

Psicologia contemporanea, rivista on line, parla invece della vita contagiata fra paura e virus. I pensieri e le preoccupazioni sono moltiplicatori di altri pensieri e il senso di angoscia può raggiungere delle punte incredibili.

Agnese Pini su la Nazione ci fa leggere fra le righe una sorta di sicurezza anaffettiva che ci porta a non abbracciarci più: distanziamento segnale di amore.

Giorni fa Bruno Vespa sul Resto del Carlino ci trasmetteva la sua interpretazione della convivenza con una nuova normalità: i tre passaggi, il gel, la mascherina, il distanziamento sociale.

Massimo Fini dalle pagine on line di Massimo Fini.it denuncia la ripetitività della stampa che non parla di altro che del Covid ed anche quando parla di altro affronta sempre qualcosa che è correlato alla pandemia.

Bisogna allora recuperare un sano equilibrio fra corpo, anima ed intelletto per affrontare questa fase delicata in attesa del vaccino.

Magari coltivando anche la sfera interiore, nella speranza del presente, che mai deve abbandonarci e nella prudenza dei comportamenti quotidiani.

Ricuperando anche quel concetto di sacrificio al quale la società occidentale non vuol più piegarsi.

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