PRIGIONE CINA

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La mancanza di clamore globale per la detenzione illegale di due canadesi ha fatto infuriare il ministro degli esteri canadese, Chrystia Freeland, che ha definito la detenzione dei cittadini canadesi Michael Kovrig e Michael Spavor un “preoccupante precedente”, ma per molti osservatori questi sistemi di detenzione sono fin troppo familiari.

Ci ricorda le detenzioni di altri cittadini stranieri, come il canadese Kevin Garratt, il britannico Peter Humphrey, lo svedese Gui Minhai, o il taiwanese Lee Ming-che. Nel corso degli anni la Cina ha istituzionalizzato la detenzione arbitraria e segreta di cittadini di ogni paese e degli innumerevoli cittadini cinesi con poche conseguenze internazionali.

La Cina si sente incoraggiata a mettere chiunque sotto la detenzione arbitraria e segreta, a prescindere dalla cittadinanza. E’ ormai da lungo tempo che questa situazione continua.

A Kovrig e Spavor non è stata concessa la possibilità di rivolgersi ad un avvocato per garantire procedure legali contro gli abusi in custodia. La Cina nega sistematicamente tali diritti fondamentali attraverso il proprio sistema di detenzione arbitraria e segreta.

In questi luoghi possono essere rinchiuse persone accusate di crimini che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Le norme che disciplinano tali arresti riportano che ai membri della famiglia deve essere notificato lo stato di arresto entro 24 ore e un avvocato deve essere concesso entro 48 ore, ma revoche permettono di non assicurare tutte le procedure legali di diritto. La polizia può anche rifiutare l’accesso al pubblico ministero per determinare la legalità della detenzione o stabilire se l’individuo viene maltrattato. Vengono violati i diritti umani fondamentali.

In Cina la negazione dei diritti non è l’eccezione, ma la regola. Questo è il motivo per cui la “residential surveillance at a designated location” (RSDL) e procedure analoghe sono così pericolose.

Torture fisiche e mentali sono una prassi normale.

Le torture includono la privazione del sonno, malnutrizione forzata, somministrazione di farmaci, essere obbligati a mantenere delle posizioni dolorose, percosse e minacce ai propri amici e familiari. Confessioni forzate televisive sono sempre più comuni. Kovrig o Spavor possono essere sottoposti a pressioni per fornire una confessione forzata come condizione del loro rilascio.

Le condizioni di vita e le persecuzioni all’interno di questo sistema sono meno gravi per gli stranieri che per i cittadini cinesi, ma non sono mai esenti da abusi. Purtroppo, i rapporti indicano che Kovrig è stato interrogato alla mattina, a mezzogiorno e sera e sottoposto a privazione del sonno.

A causa di tali abusi, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura, come già nel 2016, ha invitato la Cina ad abrogare le RSDL e altre forme di detenzione segreta.

All’inizio di quest’anno, gruppi per i diritti umani, Safeguard Defenders, International Service for Human Rights, Network for Chinese Human Rights Defenders e Rights Practice hanno inviato un rapporto riguardante i RSDL alle Nazioni Unite. Nella loro risposta, gli esperti del Consiglio dei Diritti Umani hanno osservato che nelle RSDL le persone sono soggette a tortura e che le eccezioni nella legge equivalgono ad una sparizione forzata dove vengono attuati gravi crimini di diritto internazionale.

Nonostante questo, la Cina ha detenuto centinaia di difensori dei diritti umani cinesi e numerosi cittadini stranieri in queste strutture, per non parlare della reclusione arbitraria o la scomparsa di alcuni milioni di uiguri e kazaki in tutto lo Xinjiang.  In ogni caso la Cina a livello internazionale non viene ritenuta responsabile di questi crimini.

Tutti noi ci dovremmo preoccupare di qualsiasi paese che nega sistematicamente i diritti dei propri cittadini e contrasta le norme internazionali. Dovrebbe sorprendere il fatto che la Cina ha istituzionalizzato proprio questo tipo di comportamento abusivo in modo efficace senza ripercussioni internazionali. E’ tempo di cambiare.

Articolo di Michael Caster, ricercatore e sostenitore dei diritti umani, autore di People’s Republic of the Disappeared e co-fondatore dell’organizzazione Safeguard Defenders.

Traduzione a cura della Laogai Research Foundation Italia Onlus

 

 

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