PRO-LIFE, AGAINST-LIFE (L’Ora del Salento, 4 aprile 2009, pag. 11)

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zapatero_senadoDopo la decisione del Presidente Barak Obama di riaprire i finanziamenti ai centri di ricerca che impiegano cellule staminali prelevati da embrioni umani, il Cardinale Justin Rigali, presidente della Commissione per le Attività Pro-Vita della Conferenza Episcopale USA, ha definito il decreto del Presidente Obama sulle cellule staminali embrionali “una triste vittoria della politica sulla scienza e sull’etica“.

Poi, il 18 marzo, le notizie apparse su LifeNews.com hanno fatto conoscere la decisione dell’Amministrazione Obama di assegnare al Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione un finanziamento di 50 milioni di dollari. Questa agenzia dell’ONU era stata contestata in passato per aver sostenuto le politiche repressive cinesi di pianificazione familiare: aumenta lo sconcerto dei cristiani statunitensi!

Ma nel mese di marzo 2009 gli attacchi alla vita umana nella sua fase iniziale trovano facile sponda anche oltre oceano, in Europa, in un paese di grande tradizione cattolica: la Spagna. Così a fine di marzo si è assistito ad una grande mobilitazione dei cattoli ci spagnoli contro il governo Zapatero. E’ avvenuto a Madrid, dove le organizzazioni cattoliche sono scese in piazza contro le politiche governative finalizzate ad un’ulteriore facilitazione all’aborto, per ribadire che non esiste il diritto di uccidere. Oggetto della contestazione è la riforma della legge voluta dal capo dell’esecutivo socialista. Tale legge nella sua nuova veste abbassa la possibilità di abortire fra i 16 e i 18 anni di età, anche senza il consenso dei genitori. Ma i progetti di Zapatero in materia di interruzione della gravidanza vanno ben oltre, con liceità di abortire entro i primi tre mesi senza che vi sia alcuna limitazione (come ancora oggi avviene) dettata da motivi specifici, quale il pericolo per la salute fisica o psichica della madre, le malformazioni del feto, o i casi di violenza sessuale.

  

Non a caso la Conferenza episcopale ispanica due mesi fa aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione contro l’aborto, sostenendo che in Spagna si protegge più “la lince iberica che l’embrione umano”.  Sembra paradossale ma è vero.

Alla luce di queste considerazioni non può che recare grande soddisfazione a tutti i cittadini che hanno a cuore la sacralità della vita, e dunque principalmente ai cattolici, il fatto che in Italia la nuova legge sul testamento biologico abbia superato almeno il primo dei due step parlamentari, ottenendo il via libera al Senato. Nella sua attuale formulazione il testo di legge è conforme – per quanto lo consente un contesto culturale come il nostro, necessariamente pluralistico – ai principi etici cristiani in tema di termine della vita. Non è un dato da sottovalutare, visto il quadro certamente non pro-life (se mai against-life!) che ci circonda.

 

 

 

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