QUANDO L’ANTIFASCISMO NON PAGA

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Quando non sai più cosa dire e fare, buttala sul pericolo fascista… E’ stato questo l’anacronistico ritornello che ha guidato la campagna elettorale italiana, non solo delle sinistre italiane ed europee, ma anche quella più accattivante di intellettuali, cantanti, attori e attrici, artisti vari, di quelli insomma che ritengono di essere sempre un passo più avanti rispetto al popolo “somaro” che ancora vota a destra.

I comunisti dopo la fine della seconda guerra mondiale bollavano come fascista chiunque potesse mettersi di traverso sul cammino del “radioso sole dell’avvenire”, anche se, non fosse altro che per ragioni anagrafiche, quegli oppositori nulla avessero a che fare con il ventennio mussoliniano.

Ma carrellate di insulti e offese gratuite sul web e sui social non sono bastati a fermare il “popolo di centrodestra”, che probabilmente non è maggioranza assoluta nel Paese, ma che – stando alle regole che la medesima sinistra si è data – ha democraticamente espresso la maggioranza politica che guiderà il Paese nei prossimi mesi.

Sì, mesi e non anni, perché non c’è davvero bisogno di essere facili profeti per prevedere il fuoco di sbarramento che un eventuale esecutivo guidato da Fratelli d’Italia dovrà sopportare: le inchieste ad orologeria dei pubblici ministeri legati ai media più che al segreto istruttorio, lo spread e i rating dettati dalle agenzie finanziarie internazionali, lo snobismo intellettuale della gran parte dei commentatori televisivi (anche se sei l’ultimo dei cantanti “reppettari“), la verosimile ripresa degli agitatori di piazza professionisti, il sindacalismo di ritorno pronto a risuscitare per la ghiotta occasione di fermare il pericolo “fascista”… e l’elenco potrebbe continuare.

Nel mondo della politica e non solo in quello dell’iper-uranio, un partito che vince democraticamente dovrebbe avere il diritto di governare, e non solo quello di difendersi ad ogni piè sospinto; ma poiché viviamo nel mondo dei Poteri Forti e del Politicamente Corretto, aspettiamoci di tutto e anche di più. Purtroppo…

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