RAI: L’OMOLOGAZIONE VA N ONDA. E COINVOLGE I BAMBINI… (di David Taglieri)

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Il fattaccio è avvenuto nella trasmissione “Alla lavagna” su Rai 3, dove si vuole spersonalizzare il bambino, rendendolo partecipe del marasma dell’attualità e delle tematiche più complesse, sottraendolo allo studio e al gioco, per subire pistolotti liberaldemocratici e tanto progressisti, pregni di melassa e panna montata.

Il mezzo è il più subdolo e meschino: adoperare l’innocenza per biechi obiettivi politici e pseudo culturali.

Così giorni fa Alla Lavagna, udite udite, Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, si è improvvisato maestra per parlare del suo rapporto con la sessualità. Evidentemente il canale Rai vive una relazione tormentata con l’esistenza, dato che immagina un mondo nel quale gli anziani fanno i bambini e i bambini gli anziani, dimenticando il concetto di maturità e il cammino affascinante dell’età.

Vladimiro Guadagno si permette di spiegare tematiche complesse a piccoli uomini e piccole donne, che a quella età non hanno gli strumenti per comprendere (e magari sarebbe più interessante se si dedicassero alla storia e alla geografia, per non creare una generazione di meri partecipanti al … grande fratello!).

E quindi dovremmo continuare a pagare il canone a Mamma Rai per un’istituzione, se tale può essere chiamata, che vorrebbe rimuovere il concetto di madre e di padre? Con che diritto si inculcano certe idee con metodi montessoriani e sessantottardi a bambini che invece dovrebbero solo studiare e giocare? Vorremmo negar loro questo sacrosanto diritto?

Alla Lavagna: il titolo della trasmissione la dice lunga, perché quando c’è da fare il pistolotto, la sinistra non vuol dire più tolleranza, ma autoritarismo.

Un minestrone di melassa, di falsi luoghi comuni e di religioni universali, di veltronate di cui siamo obiettivamente stanchi.

Domenica, invece, nel programma l’Arena è andata in scena l’insalata di banalità e di populismo rosso targata Giletti, un signore che se deve fare ascolti non si tira mai indietro.

Questa volta tutti contro la Santanchè, solitaria e a tratti imbarazzante e senza profonde argomentazioni, che però tentava di difendere un’idea di famiglia tradizionale e di differenza – oggettiva – fra i sessi. Presente anche Nunzia de Girolamo nella sua nuova carriera di opinionista di costume. L’ex politica ha difeso Luxuria, senza se e senza ma.  L’abbiamo contattata per chiederle garbatamente le motivazione per le quali si fosse prestata a quel giochino nel quale la Santanchè è uscita con le ossa rotte. Alla sola domanda, la liberale ex forzista ci ha risposto in maniera sgradevole ed insultante: quanta tolleranza fra dem e liberali!

Paolo Crepet dall’alto della sua scienza ha detto che era tutto straordinario…

Se Giletti si fosse comportato onestamente e correttamente, avrebbe dovuto invitare, per esempio, un Claudio Risè per confutare la scienza con la scienza; ma lo schema sinistro oramai si dimostra pienamente collaudato: i “nemici” – cioè quelli di destra – appaiono nei salotti televisivi in uno massimo due, e mai gente preparata. Gli “amici” – i radical progressisti – rappresentano invece verticalmente e orizzontalmente tutta la società civile; e dunque intervengono tanto Crepet quanto la De Girolamo su tesi complesse e che meritano approfondimento. Così si confrontano su temi di lana caprina per dare l’idea che i loro pensieri non sono mai avventati; ma quanto alla sintesi l’omologazione rappresenta il dogma.

Che tristezza. La Rai la faccia finita di indottrinare i piccoli. La Rai restituisca i soldi.

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