In geopolitica i concetti di spazio e tempo stanno cambiando, in maniera intermittente; potremmo addirittura dire che gli sviluppi, i progressi ma talvolta anche le involuzioni si moltiplicano e non danno l’intervallo temporale di rifiatare un attimo e di elaborare i pensieri e le azioni.
Secondo Giuseppe De Rivo su Limes numero 12/2024 Elon Musk, il fondatore di Space X, ha le idee chiare: le sue intenzioni mirano essenzialmente a salvare il pianeta dal wokismo – la cultura della cancellazione – e dall’intelligenza artificiale, almeno nelle sue declinazioni nefaste.
La letteratura fantascientifica, che da sempre lo ha attratto, ha individuato per lui il sentiero maestro nella fuga da un mondo umano, forse troppo umano.
La filosofia della storia e della tecnica si sta staccando dalle sue origini di pensiero, dalle sorgenti della riflessione. Nei tomi di Asimov, Musk trovò la potenza tecnologica, nella sua natura creatrice e distruttrice. In questo paragrafo ci appassioniamo anche al significato della psico-storia, la scienza che combina la matematica, la statistica, la psicologia e la sociologia.
L’ I.A. (intelligenza artificiale) va battuta governandola e combattendola sul suo stesso terreno? Lo scopriremo leggendo questo interessante articolo.
Una nuova visione delle donne e degli uomini, della Persona, della tecnologia e della I.A. possono essere un sussidio, un aiuto, una facilitazione per la vita ordinaria, ma hanno bisogno della corazza dei confini, dello scudo dei limiti, ricordandoci di essere carne, anima, intelletto, non robot.
Nell’occhio della rivolta Federico Petroni – sempre su Limes – si avventura nell’America di Trump e di Musk, domandandosi se queste due figure saranno in grado di rifondare un’altra America.
Si tratta di un’eterogenea ribellione contro alcune colonne del potere costituito, erette sulle fondamenta economiche, politiche, culturali ed imperiali.
Attraverso dati statistici ed analisi puntuali si inforcano gli occhiali della geopolitica per comprendere un’America in evoluzione, nel dinamismo dei cambiamenti.
Avvenire
Su Avvenire Antonio de Poli, presidente dell’Udc, ha ricordato il centoseiesimo anniversario del manifesto di Don Sturzo, l’appello ai liberi e forti, imprescindibile impegno dei cattolici nella vita politica del Paese Italia. La Cei, in un momento di crisi e instabilità internazionale, ha richiamato i cattolici ad un rinnovato intervento nella politica. Si spera lontano dal clericalismo e con il recupero di quelle radici che hanno consentito al tessuto europeo di riavviare dibattiti concreti e orientati al Bene Comune, che ci fanno dire con Croce che non si può non essere cristiani.
Si richiama il mondo del volontariato e dell’associazionismo anche se è auspicabile che si mettano da parte sterili egocentrismi e voglia di protagonismo che, come ripetuto più volte dal Santo Padre, fanno perdere il centro del discorso cristiano.
Nel documento finale della Cei, sottolinea l’autore, si evidenzia l’importanza dei luoghi di formazione politica, seme di una società civile e politica che ha il dovere di rinascere.
Il Giornale e il Corriere della Sera
Fiamma Nirenstein su il Giornale rammenta il giorno della non memoria, perché dal suo punto di vista il Never again è stato cancellato: l’autrice si dice preoccupata dal montante sentimento ideologico antisemita.
Paolo Mieli sul Corriere della Sera mette invece in guardia da ‘Rischiosi passi falsi‘: per l’editorialista l’eccessiva apertura di credito verso Putin sulla questione ucraina rappresenta il primo passo falso messo in campo da Trump.
Sicuramente buona parte della stampa interna ed internazionale non ha accolto con favore l’arrivo di Trump: tutti però dovrebbero mettersi la mano sulla coscienza, in particolare modo i cosiddetti “dem”. Alcuni di essi, siamo chiari, che si spacciano per sinceri democratici e poi dipingono il presidente, talvolta sopra le righe, come il diavolo ed il distruttore. Un po’ come fu in Italia Silvio Berlusconi, descritto e scolpito come il Nemico e non come l’avversario politico.
Anche la stessa visione bioetica targata Trump può essere non condivisa; noi la sposiamo, ma va rispettata e avendo vinto con i numeri in una Democrazia, è necessario accettarla.
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