ROMA: LA BASILICA DI SAN NICOLA IN CARCERE (di David Taglieri)

1391

Roma offre sempre degli spunti interessanti laddove l’antichità delle chiese si affaccia in mezzo alla monumentalità a cielo aperto, determinando delle atmosfere che rendono questa città sempre più incredibile e sorprendente.

Contigua al Teatro di Marcello, con il Tevere che la controlla alle spalle, e a due passi dai fori, troviamo la basilica di San Nicola in Carcere.

Nel 1128, sotto il pontificato di Onorio II, fu dedicata a San Nicola vescovo di Mira; in tal senso è presente l’iscrizione all’inizio della navata destra, in latino medievale. Proprio nel Medioevo in questa area abitava gran parte della comunità greca di Roma.

La chiesa si eleva sui basamenti di tre templi pagani.

Il primo, dedicato al dio Giano bifronte, fu costruito nel 260 avanti Cristo in stile ionico, privo delle colonne di fondo; venne eretto da Caio Dulio dopo la vittoria sui Cartaginesi durante la prima guerra punica.

Si trattava di una divinità di origine latina protettrice degli ingressi, delle partenze e dei ritorni.

Il secondo, il tempio della dea Giunone sopita – o tempio mediano – fu edificato per volontà del console Gaio Cetego fra il 197 ed il 194 avanti Cristo. Giunone rappresentava la Mater regina di Lanuvio. Narra la leggenda che durante le feste dedicate alla dea, delle vergini offrivano cibo ai serpenti sacri allevati in una grotta presso il suo santuario a Lanuvio. Un ipotetico rifiuto del cibo da parte degli animali era considerato portatore di sventure, da scongiurare con il sacrificio delle fanciulle.

Il tempio della dea Speranza costituisce il più piccolo dei tre e fu fatto elevare da Atilius durante la prima guerra punica; oggi del tempio rimangono sei colonne visibili all’esterno sul lato sinistro della basilica e all’interno dell’attuale sacrestia.

La dea Speranza era del tutto organica al Pantheon dell’Urbe e veniva invocata negli anniversari e nei matrimoni.

L’interno della basilica si compone di tre navate da quattordici colonne provenienti da edifici romani; nell’abside vi sono affreschi di   Vincenzo Pasqualoni e sono celebrati San Nicola e Pio IX; nel catino si raffigura Cristo in gloria, fra la Vergine e San Nicola inginocchiato e in abiti sacerdotali.

La facciata della chiesa è opera di Giacomo Porta con dei rilievi raffiguranti a sinistra San Nicola e a destra i Santi Marco e Marcelliano, martiri del terzo secolo sepolti secondo la tradizione all’interno della basilica.

Negli ambienti sotterranei della chiesa, destinati in epoca medioevale a sepolcreto, si scorgono  i podi dei tre templi e i due stretti vicoli che li separavano, nonché belle murature medioevali successive. Nel podio del tempio centrale la fanno da protagoniste delle piccole celle a volta, che si collegano alla leggenda del carcere di San Pietro. La lettura interpretativa di oggi riconosce, invece, botteghe di cambiavalute, ipotesi plausibile vista la destinazione commerciale della zona, prossima anche al Foro Boario.

Ringraziamo la guida della chiesa per averci fornito la piantina con le informazioni necessarie per compiere una ricostruzione quanto più fedele possibile, tenuto conto anche delle fonti generali consultate.

Consigliamo una visita e con l’occasione anche di partecipare ai concerti di musica classica e musica sacra nel corso del fine settimana.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui