SANTA MARIA DEGLI ANGELI (di David Taglieri)

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La Basilica di Santa Maria degli Angeli rappresenta uno scrigno di tesori e di bellezze che avvolgono il visitatore con la loro magnificenza e con un’estetica caratterizzata dalla convivenza fra elementi semplici – meravigliosi nella loro essenzialità – e complessi monumentali che la eleggono a una delle chiese più importanti e sorprendenti della realtà capitolina.
Collocata nel cuore della realtà romana, nella centralissima Piazza della Repubblica, è in effetti una delle più conosciute ed ammirate. Il dato caratterizzante si sostanzia nel fatto di essere costruita all’interno delle Terme di Diocleziano, e in particolare all’interno dell’aula Frigidarium.
La sua struttura fu ricostruita e riadattata nel 1562 da Michelangelo Buonarroti su disposizioni di Papa Pio IV. Il primissimo atto che sancì la nascita della basilica fu rappresentato dalla bolla di Papa Pio IV del 27 luglio del 1561. Si decise che il luogo di culto prendesse il nome di Beatissimae Vergini et omnium Angelorum et Martyrum. L’interno vanta un vestibolo circolare, un luogo di transito con pianta circolare e soffitto a cupola. Sembra che qui sorgesse il Ninfeo delle Terme di Diocleziano. L’atmosfera in effetti rapisce perché ci si trova immersi in un contenitore che racchiude allo stesso tempo origini di romanità ed influssi determinanti di cristianità.
Troviamo quattro edicole all’interno delle quali sono custoditi monumenti funebri in onore di Carlo Maratta, del Cardinale Francesco Alciati, del Cardinale Pier Paolo Carisio e di Salvator Rosa.
All’interno dello stesso vestibolo è possibile scorgere altre preziosità artistiche che rispondono al nome della Cappella del Crocifisso del 1575 e della Cappella della Maddalena e del Battistero, realizzati da Consalvo Alvaro di Giovanni nel corso del 1579.
La domenica prima della Messa delle 18 vi è la possibilità di connettere l’anima al linguaggio universale della musica, grazie alle melodie prodotte ed elaborate dalle sapienti mani di Francesco Saverio Colamarino, che domenica scorsa ha donato il meglio di Bach attraverso il volo della tastiera dell’organo.
Come detto l’ingresso semplice, a tratti essenziali ma di caratteristiche magnifiche e sontuose,  ci prende per mano accompagnandoci alla sala dedicata alla musica con la M maiuscola. Un binomio eccezionale quello fra note e preghiere per prepararsi alla santa Messa; il contesto è avvolgente e suscita sensazioni di pace e di serenità nella giusta e razionale ricerca dell’Equlibrio divino e terreno. Estetica invidiabile non c’è che dire.
L’organo monumentale di Formentelli si articola in cinque corpi distinti. La cassa è realizzata con un massello di ciliegio selvatico, quasi a tornare alla natura e a Dio creatore.
Per la comunità spagnola alla 19 funzione in lingua. Un piccolo assaggio per invogliarvi a visitare questo splendido salotto di Verità e di luce. Metro A repubblica, finalmente riaperta.
 
 

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