SCIENZA & FEDE: CONFERENZA A GROTTAFERRATA

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348-IL-CASO-TRA-FILOSOFIA-S-680x971_cDal quotidiano on line “La Croce” del 10 settembre 2016, a pagina 3, leggiamo e pubblichiamo l’articolo di Sara Deodati relativo al dibattito fra Scienza e Fede:  “Ieri sera presso la Biblioteca Comunale “Bruno Martellotta” di Grottaferrata, vicino Roma, si è tenuta una interessante conferenza sul tema: «Il “caso” tra Filosofia, Scienza e Fede». L’incontro, preceduto da un saluto del Sindaco di Grottaferrata, Dott. Giampiero Fontana, è stato presentato dal prof. Rodolfo Papa, presidente dell’Accademia Urbana delle Arti, il quale ha esordito illustrando il senso e la finalità di una serie di incontri, patrocinati dal Comune, per approfondire il concetto di “caso”, che ha numerose ricadute sia in termini scientifici sia religiosi. Quella di ieri con Lorella Congiunti, docente di filosofia della natura e vice Rettore della Pontificia Università Urbaniana, è stata incentrata quindi sulla spiegazione del concetto di “caso”, del suo significato di caduta e rottura, incrocio ed incontro. «Se il caso viene interpretato come una “caduta”, ciò significa implicitamente che “dietro” di esso vi è un “ordine” delle cose», ha spiegato la prof.ssa Congiunti ricorrendo a noti “filosofi-scienziati”, da Platone a Jacques Monod.

Affermare il caso, quindi, non equivale alla negazione della legge di natura, ma la sua affermazione. La nozione di “caso”, ha proseguito la studiosa, si pone  al confine tra vari saperi e solo in una prospettiva interdisciplinare e di un confronto fra scienze diverse può essere davvero compresa. La conferenza, quindi, ha messo in evidenza aspetti di fede e scienza, esperienza e teoria, permettendo di superare quella “separatezza” assoluta fra naturale e soprannaturale che connota molto del pensiero scientifico o, meglio, “scientista” contemporaneo.

Il tema della conferenza, per il resto, ha sviluppato solo in apparenza un tema di esclusivo interesse accademico. La necessaria comprensione unitaria di varie conoscenze anche diversificate per il loro oggetto o per la modalità della loro comprensione, infatti, riveste una indubbia valenza anche d’ordine culturale ed educativo. I saperi a cui Lorella Congiunti si è riferita principalmente sono state infatti le scienze, la filosofia e la religione. Del resto, il problema dell’unità del sapere è stato sempre fortemente sentito nella cultura scientifica occidentale, risalendo al progetto greco di sviluppo sistematico della razionalità. La scienza, infatti, di per sé tende a ciò che è specifico, ma anche all’unità. Da questi presupposti è possibile partire dopo il crollo della concezione classica della scienza che si è progressivamente determinata a partire dal XVII secolo. Questo esito ha condotto, come sua logica conseguenza, a che l’uomo-creatura di Dio ha smesso di essere visto come centro dell’unità del sapere. Eppure, ha aggiunto, «Si può dire che Dio esiste proprio a partire dalla retta conoscenza scientifica» Infatti il caso ”è un incrocio imprevisto di traiettorie che conferma l’esistenza di una mappa. Ma chi gestisce questa mappa e come fa a gestirla mantenendola dinamica?”.

La professoressa Congiunti, sulla scia di quanto detto, ha sottolineato quindi la necessità di interpretare e vivere correttamente il rapporto scienza-fede. Oggi la scienza è spesso ridotta alle sole discipline fisico-matematiche, ma nell’antichità era un concetto molto più ampio, capace di accogliere l’intera episteme; le scienze sono molteplici perché l’uomo, nella sua limitatezza, mantiene l’esigenza teoretica di distinguere oggetto formale e materiale, ma ciò non può giustificare né il riduzionismo, né la dispersione dei saperi. D’altra parte, la fede – al di là del suo essere virtù teologale – è atto dell’intelletto che chiede assenso da parte della volontà: ha dunque poco senso ridurre le conoscenze per fede a sole conoscenze per verificazione scientifica.

Scienza e fede non sono dunque in contrasto – gli ultimi pontefici lo hanno affermato chiaramente – e la filosofia si assume il ruolo di articolazione tra scienze e religioni: riconoscere i limiti è importante, ignorarli è debolezza.

Concludendo la serata il prof. Rodolfo Papa ha sottolineato la necessità di “allargare gli orizzonti” per saper mettere in dialogo, sia teoretico sia esistenziale, scienza e fede. Lo storico dell’arte e pittore ha quindi evidenziato, da par suo, lo stretto collegamento esistente fra il realismo metafisico che sarebbe necessario riscoprire anche nel mondo del sapere “laico”, con la necessità della formazione all’arte e alla bellezza. Entrambe, infatti, si confermano come strumenti privilegiati per un nuovo umanesimo, attento alle esigenze più autentiche della cultura e, quindi, della persona. È questa, fra l’altro, la missione della Accademia Urbana delle Arti, una associazione culturale fondata da un gruppo di docenti universitari nel 2006 che, nei suoi Statuti recita come suo scopo: «promuovere la formazione sociale, culturale e professionale degli associati e di terzi, con speciale attenzione alle belle arti, alla musica, alle lettere ed alla filosofia, anche in collaborazione con altre istituzioni culturali, scolastiche o accademiche; organizzare corsi di formazione orientati alla qualificazione umana, culturale, artistica e professionale, anche sviluppando servizi nel settore del tempo libero;  organizzare iniziative culturali, artistiche e ricreative» (art. 4). Con l’insieme delle sue attività, l’Accademia propone una visione del mondo che tiene insieme bellezza, bontà e verità. Il Manifesto dell’Accademia recita «L’arte può essere oggi il destriero che, con la bellezza, riporta la verità e il bene dentro la città». Il presidente di questo sodalizio, appunto, è Rodolfo Papa che, nella sua figura intellettuale e professionale, assomma la dimensione teorica e pratica dell’arte.

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