L’ennesimo caso di obiezione di coscienza nei confronti della pillola del giorno dopo (Norlevo) merita tutta la nostra attenzione e il nostro sostegno. L’11 ottobre scorso la Dr.ssa Polo, medico di turno al pronto soccorso di Noventa Vicentina, si è rifiutata di prescrivere il Norlevo a una giovane che si era rivolta a lei.
Nonostante la gogna mediatica subita, la dottoressa ha ribadito le sue convinzioni e in un’intervista apparsa su Tempi ha detto «Se tutto questo serve a chiarire la verità su quella pillola, che è abortiva, ben venga. Lo scopo del mio lavoro è curare e salvare vite. Ho fatto il medico per questo».
Nella sua autodifesa la dottoressa non ha parlato di obiezione di coscienza come hanno scritto i giornali: il solo Codice Deontologico 2014 la difende già da possibili obiezioni. Gli articoli 13 e 22 dicono che il medico non è obbligato a prescrivere un farmaco in contrasto con la propria coscienza nè per far piacere al paziente.
Numerosi studi scientifici hanno poi dimostrato chiaramente il meccanismo anti-annidatorio della pillola del giorno dopo. Il rischio di utilizzarla come un normale contraccettivo può produrre effetti pesanti sulla donna, influenzandone l’equilibrio ormonale.
«Parlo di nausea e vomito prolungati: ho visitato una ragazza che l’ha usata più volte e che per un mese intero non è riuscita a nutrirsi. Non solo, un dosaggio ripetuto innalza il rischio di trombosi.» Sono questi i medici che vogliamo nei nostri Pronto Soccorsi! Uomini e donne che si preoccupano veramente della nostra salute e che non indietreggiano dinnanzi alle accuse del giornalismo politicamente corretto.
Medici per la vita e non per la morte!