SE UN UOMO SCRIVE LA STORIA…:LETTERA APERTA A DON CESARE LODESERTO (L’Ora del Salento, 15 dicembre 2007, pag.11)

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OSSERVATORIO GEO-POLITICO

(a cura di Roberto Cavallo)


Carissimo don Cesare,

questa settimana non potevo non dedicare a Te, in procinto di partire per la Moldavia quale “Fidei Donum” della Chiesa di Lecce, questa piccola rubrica, qui, dal fondo dell’undicesima pagina de L’Ora del Salento.

Molto più di qualunque altro, Tu potresti insegnare geo-politica, per il fatto che da anni non solo la osservi, ma in prima persona la vivi.

Nell’ormai lontano 1991 un mondo è crollato; un mondo costruito artificialmente sulla negazione di Dio e sull’oppressione sistematica dei credenti; un mondo che in qualche caso – Albania – era giunto ad iscrivere nella carta costituzionale il proprio inno all’ateismo. Quel mondo fondato sul marxismo, che Giovanni Paolo II denunciò quale resistenza allo Spirito Santo (enciclica Dominum et vivificantem, paragrafo 56), ha prodotto immense macerie, materiali e spirituali.

Tu, carissimo don Cesare, da questa sponda orientale d’Italia che è il nostro Salento, fin da subito ti sei fatto carico di quelle macerie, incontrando centinaia, poi migliaia, di profughi albanesi. Sì, proprio quegli albanesi che per 40 anni erano stati costretti, da un pugno di intellettuali di partito, a vivere combattendo Dio, e soprattutto il Dio fatto Uomo.

Se non è stato difficile offrire un pasto caldo, molto più arduo, quasi impossibile, si è rivelato ricostruire la loro umanità, la loro individualità e dignità, offesa da decenni di insensato collettivismo. Non è stato facile salvare tutte le giovani albanesi, e le altre che piano piano hai incontrato per strada: le ragazze in fuga dalla Moldavia, da un altro paradiso in terra – così all’inizio avevano promesso! –, e che anche qui da noi, spesso, hanno ritrovato solo l’inferno.

Per Te è stato naturale andare lì, fra Romania ed Ucraina, a mettere in guardia padri e madri di famiglia sui rischi che correvano le loro figlie nel mettersi nelle mani di squallidi trafficanti di sesso e violenza. E’ stato gioco forza guardarsi intorno ed aprire case famiglia, e quel forno per il pane caldo… mentre poco più ad Est, nella Transnistria che Tu ami, ancora oggi l’Armata Rossa vigila e minaccia la libertà della piccola Moldavia…

E così, carissimo don Cesare, sono passati più di 15 anni; 15 anni in cui hai lavorato per ricomporre le ferite di un lembo d’Europa, per ricostruire l’uomo, per far ripartire la storia … Grazie. Grazie ancora.


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