SIENA: LA MANO DELL’UOMO, LA MANO DI DIO (di David Taglieri)

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Quando vai a Siena, ritrovi luoghi senza tempo dove lo spazio si accorda con i paesaggi circostanti, il verde protegge i monumenti, salite e discese si alternano repentinamente, piccoli borghi riecheggiano la vecchia vita del paese. Poi ci si ritrova presto sul fulcro di Piazza del Campo – quella distesa di piccoli scalini – dove si riunisce la comunità, sia essa quella silenziosa, dell’aperitivo o della movida notturna.

Lì il cielo è un tappeto di stelle e viene voglia di fermarsi, guardare, riflettere. Le crete poi e – sulla distanza – la possibilità di ammirare le verdi colline e i panorami, una valle che per colori, intensità, passione e serenità richiama la mano del Creatore; ci sono i luoghi artistici e dietro l’uomo, ma ci sono anche i Paesaggi e l’Architettura che viene direttamente dall’Infinito.

Il vento accarezza i colori, e si sentono i rumori della città e della natura che si confondono; qui la città si fa davvero comunità, si conoscono un po’ tutti ma si mantiene bene la giusta misura di una realtà urbana a misura d’uomo, né troppo paese né – assolutamente – caos metropolitano.

La fondazione risale a tempi antichi, la leggenda narra che fu fondata da Senio ed Ascanio, figli di Remo e nipoti di Romolo, i due fondatori di Roma.

Quasi sicuramente la fondazione risale agli Etruschi, non come vera e propria città ma come agglomerato di piccoli insediamenti; fu una delle 28 colonie  romane al tempo dell’Imperatore Augusto e l’etimologia del nome Sena Julia può  essere derivata da Giulio Cesare o dal fatto che Siena ha il significato di legame fra piccoli borghi, costituenti una città.

Dopo l’impero longobardo e le dominazioni franche a Siena giova molto il sostegno della Chiesa, tanto che nel secolo decimo assume il ruolo importantissimo di crocevia per la via Francigena, strada che collega Roma alla Francia e in questo periodo ci sarà un forte sviluppo economico e commerciale.

Oggi capoluogo dell’omonima provincia, si erge ad una altitudine  di 322 metri sul livello del mare, con 55 mila abitanti e un paesaggio collinare fra i fiumi Elsa, Arbia, Merse; nel 1995 è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, e vive di turismo, servizi, artigianato, agricoltura, industria leggera.

Il “campo” è il cuore pulsante della città, dove la storia ha dato appuntamento alla vita ordinaria dei cittadini. Piazza del Campo è nata sopra un declivio che sfrutta l’avvallamento naturale formato dalle tre colline su cui si erge la città. Fu inizialmente un terreno bonificato per consentire il defluire delle acque piovane.

Torre del Mangia controlla e protegge la città, una delle più antiche e caratteristiche.

Il Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta, è uno dei più belli realizzati in Italia in stile Romano Gotico; dal 1258 al 1300 la direzione fu dei monaci cistercensi. E ancora la Croce del travaglio, antico punto di incontro fra le principali arterie della città, Banchi di Sopra, Banchi di Sotto e via Città.

Assolutamente da non perdere la Chiesa di San Domenico, dove si è svolta gran parte della vita di Santa Caterina.

E poi la cucina caratteristica, una gastronomia tutta particolare, realtà specifica anche all’interno della stessa cultura toscana.

Qui il tempo si ferma, lo spazio si rimpicciolisce, paesaggio ed architettura si sposano in questo fazzoletto di Toscana.

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