STORIA DI UN MASSONE CONVERTITO A LOURDES

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Il dottor Maurice Caillet, già ginecologo di una certa notorietà, oggi è un anziano signore in pensione che vive in Bretagna, in Francia. Si allontana poco dalla propria abitazione; quando lo fa è soprattutto per tenere conferenze sulla sua conversione e sulla sua ex appartenenza alla massoneria francese.

Cresciuto privo di educazione religiosa perché nato da genitori agnostici che avevano rifiutato qualunque credo, nel 1970, a 36 anni, entrò a far parte di una loggia e fu iniziato ai rituali della fratellanza massonica. Attraversa e supera i vari stadi iniziatici fino a diventare egli stesso un rispettato maestro venerabile del Grande Oriente di Francia, conseguendo favori e successo nella società civile e nel mondo professionale cui apparteneva. Fu in quegli anni (nel 1973) che divenne un rispettato membro del partito socialista francese, con l’ appoggio di Francois Mitterand. Come massone e come socialista si batte per la legalizzazione dell’aborto in Francia, che, infatti, diventa legge di Stato nel 1975. Il disegno di legge è approvato dal parlam ento senza problemi grazie ai numerosi deputati e ministri massoni. Stesso discorso vale per la promozione di tutte le leggi che favoriscono il libertinaggio sessuale, dal divorzio alla contraccezione, dalla manipolazione degli embrioni alle unioni civili degli omosessuali.

In qualità di ginecologo esegue quindi aborti e sterilizzazioni,  anche se qualcosa – dentro di lui – comincia a turbarlo.

Nel suo libro-testimonianza “Ero massone. La mia conversione dalla massoneria alla fede” (Edizioni Piemme, 2010, pagg. 181) Maurice Caillet racconta: “Solo in casi eccezionali si riscontravano ragioni mediche valide, mentre nella maggioranza dei casi le ragioni erano di carattere sociale e avrebbero richiesto soluzioni psicologiche, sociali, materiali, finanziarie anziché chirurgiche…Dal momento che ci occupavamo anche di numerosi casi di sterilità, eravamo inoltre insorti di fronte all’aberrazione di un sistema legale che permetteva di sopprimere un feto, ma vietava di mettere in relazione direttamente e in maniera umana una candidata all’aborto con una coppia sterile desiderosa di adottare un bambino: quando provai a farlo, ricevetti subito una telefonata del Procuratore della Repubblica che mi prospettava la prigione se avessi continuato…” (pagg. 50-51).

In quindici anni di massoneria (1970-1985) Maurice Caillet vedrà di tutto: corruzione, clientelismi, intimidazione di personaggi scomodi. Dietro ai millantati principi di libertà, uguaglianza, fraternità (gli stessi della Rivoluzione francese), la massoneria nasconde un gruppo di persone il cui fine è il relativismo religioso e che in realtà si nutre di un particolare odio verso il Papa e i dogmi della Chiesa cattolica.

Scrive Caillet: “La libertà per un cristiano è un mezzo, uno strumento accordato da Dio all’Uomo per andare verso il bene e l’amore, l’uno e l’altro definiti dagli insegnamenti evangelici, che danno sostanza ai Dieci Comandamenti. Per un massone, è uno scopo senza un fine, che deve abbattere tutti i tabù e i divieti della tradizionale morale ebraico-cristiana. Monsignor Ratzinger, nel 1992, all’Accademia delle Scienze Morali e Politiche di Francia, ha detto: Una libertà il cui unico contenuto consistesse nella possibilità di soddisfare i propri bisogni non sarebbe una libertà umana: resterebbe nell’ambito del mondo animale.

L’uguaglianza per i cristiani discende dal fatto di essere tutti figli dello stesso Padre, e fratelli e sorelle di Gesù. Per un massone, lo abbiamo visto nella mia testimonianza, è una mera affermazione di principi, un’illusione, dato che distingue profani e iniziati e, tra l’altro, divide anche gli stessi massoni in differenti gradi, 33 in certi riti…Per non parlare della separazione tra gli uomini e le donne nelle principali obbedienze, regolari o irregolari.

La fraternità cristiana è universale e si esprime da secoli attraverso numerose organizzazioni caritatevoli e umanitarie nell’intero pianeta. Quella dei massoni si limita o si concentra sul cerchio ristretto degli iniziati e della loro famiglia. Non si possono paragonare l’uno all’altra”.

La grande svolta per Maurice Caillet avverrà un pomeriggio di febbraio del 1984 nella grotta di Lourdes, dove si reca, più che mai scettico, per accompagnare la propria compagna ammalata. Dinanzi al sacerdote che consacra il pane e il vino, sente dentro di sé una voce che distintamente gli parla. Affascinato da quella locuzione interiore, inizia un percorso che lo porterà all’abbandono della massoneria e di altri riti iniziatici, alla conversione, al battesimo. Da quel momento gli capita di tutto: minacce di morte, licenziamento per futili motivi e impedimento a continuare la professione di medico. Ma sopraggiunge anche una grande serenità e la guarigione di Claude, la compagna che più tardi diverrà sua moglie.

Ancora oggi – che gira l’Europa per raccontare la sua storia di ex massone e soprattutto di convertito felice – Maurice Caillet vive sotto protezione.

Nel libro, edificante e di semplice lettura, l’Autore ricorda come la prima condanna pontificia dell’appartenenza dei cattolici alla massoneria, emanata da Clemente XII, ris alga al 1738. Ancora oggi le norme del diritto canonico escludono la possibilità della doppia appartenenza: alla massoneria e alla Chiesa.

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