SUDAN E SHARIA: MAMMA A MORTE PERCHE’ CRISTIANA

634
mariam
Meriam con il marito cristiano il giorno delle nozze

Il padre musulmano la abbandona sin da piccola… La madre, cristiana ortodossa, la alleva con difficoltà e amore nella fede del Signore… Quando la sudanese Meriam Yehya Ibrahim liberamente decide di sposare un ragazzo cristiano e diventa a sua volta mamma, iniziano i guai con la giustizia sudanese, improntata alla sharia, la rigorosa legge islamica. E’ stata condannata a morte per apostasia, perché una donna nata da padre musulmano non può abbandonare la fede del genitore e tanto meno sposare un uomo cristiano. Così un giudice di Khartum ha sentenziato che Meriam Yehya, incinta di otto mesi del secondo figlio, deve morire, impiccata. Come se non bastasse, le ha inflitto la pena accessoria di cento frustate, perché il matrimonio di una donna musulmana (o presunta tale) con un non musulmano, è considerato alla stregua di un adulterio. Per la sharia, la donna è sempre “islamica”, come i figli di ogni musulmano… Prima della tragica esecuzione si dovrà però aspettare che la giovane ventisettenne partorisca: Meriam è incinta all’ottavo mese e ha un altro figlio di venti mesi che si trova con lei in carcere.

Durante il processo il giudice Abbas Mohammed Al-Khalifa si era rivolto all’imputata chiamandola con il nome arabo, Adraf Al-Hadi Mohammed Abdullah, e le aveva chiesto se rifiutava di convertirsi nuovamente all’Islam. “Io sono cristiana e non ho commesso apostasia”, era stata la replica della giovane. Quindi la sentenza, agghiacciante. “Ti abbiamo dato tre giorni di tempo per rinunciare – aveva proseguito il presidente della Corte – ma tu continui a non voler tornare all’Islam e dunque ti condanno a morte per impiccagione“.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui