Dal sito alleanzacattolica.org l’approfondimento di Luca Bucca:
– Per fare fronte alle esigenze abitative emergenti in Unione Sovietica dopo la Rivoluzione di Ottobre (1917), Lenin predispose un piano di confisca di immobili privati, convertendoli in spazi abitativi comuni, i cosiddetti kommunalka. Si trattava di una soluzione presentata come temporanea, ma finì per diventare permanente, almeno fino all’edificazione, negli anni Sessanta, durante il governo di Nikita Chrušcëv, di altri edifici prefabbricati economici, detti chrušcëvka. Oggi a Mariupol, come recentemente denunciato dai proprietari ucraini, sta accadendo ancora qualcosa di simile. I russi stanno costruendo nuovi condomini al posto delle case bombardate, vendendo gli appartamenti sotto ipoteca, di fatto utilizzando un metodo di confisca e ri-assegnazione non troppo differente da quello socialcomunista attuato ai tempi dell’URSS.
– Dopo i primi mesi di guerra in Ucraina, l’attenzione sull’area sud-occidentale è man mano diminuita. Adesso vari analisti stanno nuovamente ponendola sotto i riflettori, in quanto si teme che la Russia possa tentare l’invasione di territori moldavi e della città di Odessa per garantirsi una continuità territoriale attraverso la Transnistria, aprendo di fatto un nuovo fronte di guerra.
Al momento non è facile capire se la Russia sia in condizione di attuare tale piano, ma certamente si tratta di una eventualità da non sottovalutare, perché porterebbe la guerra sempre più pericolosamente vicino al cuore dell’Europa. Ed è di vitale importanza chiedersi se l’Europa sia pronta.
Cookies
Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.