VACCINI E COVID: DIRITTO AL PUNTO INTERROGATIVO (di David Taglieri)

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Augusto Sinagra su www.ariannaeditrice.it mette bene in evidenza come i media spesso non accendano – volutamente – i riflettori su alcune realtà: per esempio la morte del Dott. Giuseppe de Donno è passata quasi in secondo piano, se ne è parlato poco e male. La stampa e i media dovrebbero fare luce, chiarezza, e invece …

Il Dott. De Donno, trovato morto nella sua casa di Curtatone lo scorso martedì, è stato ex primario di Pneumologia dell’ospedale Poma di Mantova e oggi 2 agosto si sono celebrati i funerali.

Testualmente il focus dell’articolo vergato da Sinagra su www.ariannaeditrice.it del 1° agosto 2021 è il seguente: “Ogni decisione ha la sua motivazione esplicita o implicita che essa sia, e la motivazione la esplicitò lo stesso Dottor Giuseppe De Donno in una sua intervista a “La Verità” del 15 giugno 2020, quando disse che Le cure autoimmuni sono efficaci, portano a guarigione e costano poco. Non fanno miliardari. Io poi sono un medico di campagna e non sono azionista di Big Pharma”. Fu la sua condanna a morte.”

Il classico schema della religione scientista e dei vaccinisti è conosciuto e risaputo:  dagli ai complottisti, ai negazionisti, agli immaturi, agli incivili. Eppure ascoltare tutte le ragioni, con il garbo e l’intelligenza della comprensione e dell’analisi, forse potrebbe incentivare gli individui alla ricerca di qualcosa che si avvicini anche se lontanamente alla realtà.

Stiamo vivendo quello che Marcello Veneziani in un suo editoriale su la Verità ha definito il razzismo sanitario: se non ti conformi al regime dei sostenitori della vaccinazione sic et simpliciter sei un miserabile. 

E’ ficcante nelle affermazioni e va nello specifico il professor Sinagra quando a proposito del Dott. De Donno scrive fuori dei denti e legittimamente: “Non importa accertare tecnicamente se si è trattato veramente di un suicidio ovvero si sia trattato di un omicidio. È stato un omicidio perché se tecnicamente può parlarsi di suicidio, la morte del Dottor Giuseppe De Donno è stata ferocemente voluta costringendolo alla tragica scelta che lo ha condotto a morte.” 

In questo momento il vaccino probabilmente costituisce il male minore; ciò non toglie che non si possa discutere, dibattere, parlare, capire, analizzare, senza dover aderire ai ritornelli di coloro che nemmeno consentono il beneficio del dubbio e della riflessione. 

Siamo chiari e determinati: condanniamo i colpi di testa, gli assembramenti folli e le proteste incivili quando non sono argomentate. Allo stesso tempo ci inducono tristezza i rappresentanti della politica, dei media e della società civile che vorrebbero tappare la bocca al diritto al punto interrogativo, ghettizzando chi manifesta la paura, l’ansia, l’inquietudine. 

E poi c’è un aspetto psicologico importante che denuncia lo psicoterapeuta Claudio Rise’ nella sua rubrica Lo Sguardo Selvatico su la Verita’: “… tra le infinite affermazioni snocciolate sull’epidemia di Covid, è quasi sempre mancata quella che la morte, comunque, non si può sconfiggere. Eppure, tutta la campagna contro l’epidemia è, in fondo, una campagna contro la morte. Non sarebbe stato dunque così insensato ricordare a tutti il potere dell’avversario, non per impaurire e demoralizzare le persone, ma per sgombrare il campo da attese miracolistiche che non fanno altro che moltiplicare le delusioni”. 

Anche una penna equilibrata come quella di Michele Brambilla su la Nazione, favorevole ai vaccini, in quella terra di mezzo fra il concetto di libertà e paura alla fine dell’articolo si domanda quale sia il rischio maggiore, vaccinarsi o meno: “E sappiamo pure che di Covid si muore ancora, se non si è vaccinati. E sappiamo pure quanti danni ha già prodotto – a livello psicologico oltre che di apprendimento – la scuola a distanza. Si tratta dunque di scegliere: qual è il rischio maggiore? È un punto di domanda. Ma tutta la vita lo è.” 

Il rischio si sostanzia nell’eventualità di subire un danno: tutti i giorni rischiamo, ma abbiamo il dovere di gestire la nostra vita con prudenza e intelligenza.

Siamo dell’idea, sulla scorta di quanto scritto da Brambilla, che se vogliamo velocizzare a livello comunitario il riavvio ed il rilancio del motore Italia dobbiamo optare per la strada del vaccino. Ma siamo allo stesso tempo spaventati da chi vorrebbe zittire la scienza altra che porta avanti tesi differenti. Come è stato silenziato chi parlava concretamente di cure e non soltanto di vaccini: il Dottor De Donno.

 

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