VENEZUELA: VARATO IL MONOPOLIO SOCIALISTA SULL’EDUCAZIONE

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Nella settimana precedente Ferragosto l’Assemblea Nazionale venezuelana, dove il Presidente Hugo Chávez può contare su un’ampia maggioranza di sostenitori, ha approvato una nuova Legge Organica sull’Educazione, che ha suscitato grande opposizione nella Conferenza Episcopale del Paese.

“L’approvazione in prima discussione, da un giorno all’altro, di un progetto di Legge Organica sull’Educazione – si legge nella nota diffusa dalla Conferenza Episcopale – senza la necessaria consultazione e senza tenere in debito conto il contributo offerto in precedenza dalle diverse organizzazioni della società civile, attenta ad una partecipazione serena e dialogante dei cittadini e ostacola la ricerca del bene comune della società”.

Questo fine settimana, inoltre, nell’arcidiocesi di Caracas, su richiesta del Cardinale Urosa Savino, è stato letto un messaggio in cui si sottolinea come la nuova legge elimini di fatto l’insegnamento religioso e che “… non si può togliere Dio dalle scuole. Di fronte alla seria possibilità che l’educazione religiosa sia eliminata dall’orario scolastico in tutte le scuole, sia pubbliche che private, anche nelle istituzioni della Chiesa, è giusto assumere coscienza della necessità e dell’importanza dell’insegnamento religioso. L’ora di religione non va contro la laicità dello Stato”.
La Chiesa venezuelana è preoccupata perché la nuova legislazione scolastica licenziata dal parlamento (manovrato dal Presidente Hugo Chavez) aumenterà il controllo dello Stato sulle scuole e sugli atenei universitari (anche privati) e concederà ai consigli comunali (organi locali vicini all’esecutivo centrale) un ruolo pedagogico fondamentale, finalizzato alla “formazione di una nuova cittadinanza”.

Inoltre la nuova legge sull’educazione si accompagna ad un’ulteriore stretta sulla libertà di informazione. Il comunicato della Conferenza Episcopale, infatti, ha levato la propria voce anche contro la decisione del governo, del 31 luglio scorso, di chiudere 34 emittenti radiofoniche che in passato si sono mostrate critiche nei confronti della politica di Chávez.

“La chiusura delle radio mette sotto giudizio il pluralismo e la libertà d’espressione che consacrano le nostre leggi. A sua volta, colpisce centinaia di venezuelani e venezuelane che non possono più fare affidamento su un impiego e su un futuro certo per le loro famiglie”, afferma il comunicato.

Il documento dell’episcopato ha chiesto inoltre al governo di superare le tensioni “generate dai conflitti internazionali con l’Honduras e la Colombia”.

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