VIAGGIO A LISBONA (di David Taglieri)

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Lisbona: vista verso il fiume Tago

Lisbona è un cuore che pulsa dentro il Portogallo, una nazione bomboniera caratterizzata da quel segno di identità svilito nell’Europa della globalità.

Per ora – e speriamo per sempre – Lisbona resiste agli stimoli di modernizzazione e di imposizione di standard omologanti; dosa le spinte di novità con quel baluardo di tradizione che la rende bella, passionale, introspettiva e.…cattolica.

Un grande viale dipinge la vita della città, spacca in due il grande centro, con ai lati i quartieri tipicamente portoghesi che si innalzano sulle colline, dando il via ad un gioco di colori frutto delle differenti dominazioni e di un passato fatto di storia viva e tutta da scoprire.

Succede che da quel grande viale si giunga magicamente come una freccia diretta, veloce e ritmica, al fiume Tejo, il Tago, partendo dall’area verde del parco Eduardo VII; c’ è la Lisbona medievale  e moresca e poi la zona all’avanguardia, sorta durante l’Expo targato 1998.

Variazioni di stili e di riferimenti: non c’è modo migliore di registrare emozioni che girare a piedi Lisbona, perché le proprie gambe diventano il prolungamento del desiderio di ricercare i luoghi della memoria in una capitale troppo spesso sottovalutata.

Una realtà urbana divisa in zona occidentale ed orientale e lo spartiacque che si chiama Avenide da Liberdade; a sinistra il quartiere di  Sao Jorge, dove  si raccolgono le zone povere della Lisbona più triste, ma dove il fascino è comunque grande.

Non può mancare la visita alla Cattedrale: qui il sentimento nazionale è accompagnato da un grande rispetto e da una saggia venerazione per il Santissimo ed i Santi; anche nelle zone malfamate il riferimento ai simboli sacri è un sole nella tempesta quotidiana.

Sé Patriarcal è possanza con le due torri che racchiudono la facciata, con la profonda arcata ed il rosone: si tratta del simbolo  dell’architettura  religiosa romanica, che dalle prime forme romaniche fu più volte rimaneggiata, prima goticamente e poi baroccamente.

Nella prima cappella a sinistra si può ammirare uno splendido esempio di presepe, costruito nel XVIII secolo in stile barocco, da Machaldo de Catro.

Miradouro de Santa Luzia  è uno dei belvederi più belli di sempre, un vero e proprio castello nel cielo che si eleva dalla terra e domina i due ponti Vasco  de Gama e il 25 de Abril.

Su è giù per le colline c’è l’electrico (il tram), con il suo sferragliare ed il suo carico umano, all’interno pochi posti, in legno soprattutto, sui lati i piccoli scalini per chi vuol godersi il calore del sole, l’aria naturale e salubre, i rumori musicali o urbani.

A ovest da non dimenticare il Bairro Alto, dove c’è la Igreja de Sao Roque, trionfo del barocco, eretta da Filippo Terzi  nel 1566, dalla metà del XVII secolo punto nevralgico  dello sviluppo del Bairro Alto, con favolosi interni voluti dai gesuiti, e poi il museu de Arte Sacra: qui si trovano i tesori del barocco tutto portoghese e dell’ oreficeria italiana.

All’interno anche una splendida cappella, le cui fondamenta furono portate da Roma in quel periodo per nave…

Ad Occidente si respirano i versi che ispirarono i grandi poeti portoghesi, e la vita scorre con l’allegria sui visi della gente, con uno spirito di accoglienza e solarità, che hanno a che fare con il clima decisamente favorevole.

Certo, intorno alle cinque in primavera fa anche troppo caldo, ma l’azzurro del Tejo, il verde delle colline e la monumentalità di palazzi e chiese che si proiettano al cielo valgono un viaggio.

Sono solo appunti, perché raccontare Lisbona potrebbe essere riduttivo…

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