VINCERE LA PAURA: IL NUOVO LIBRO DI MAGDI ALLAM (Il Corriere del Sud, n°15/2005, pag.22)

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magdiallam1-thumb.jpg Già prestigiosa firma di “Repubblica” e da qualche anno editorialista e vice-direttore del “Corriere della Sera”, il giornalista Magdi Allam sicuramente non è sconosciuto al grande pubblico. Spesso ospite di Bruno Vespa a “Porta a Porta”, Magdi Allam è uno dei massimi esperti di cose islamiche: nato in Egitto ma di formazione scolastica italiana, si è laureato in Sociologia presso l’Università La Sapienza di Roma. Al suo attivo ha numerose pubblicazioni: Islam, Italia. Chi sono e cosa pensano i musulmani che vivono tra noi (2001); Diario dall’Islam (2002); Bin Laden in Italia. Viaggio nell’Islam radicale (2002); Saddam, storia segreta di un dittatore (2003); Kamikaze made in Europe (2004).
Vincere la paura (Mondadori, Milano, 2005, pagg.197, euro 16,50) è la sua ultima recentissima fatica editoriale. Il volume merita la lettura, che scorre semplice e avvincente, e soprattutto la lettura attenta, perchè ogni pagina insegna qualcosa, proponendo verità “pesanti”, da qualcuno forse sussurrate, da altri pronunciate a mezza voce, ma difficilmente con la medesima lucidità e convinzione dimostrate da Magdi AllamVincere la paura analizza i mali che affliggono due mondi e due civiltà che, volenti o nolenti, oggi si confrontano.  Il Male presente nel mondo musulmano, innanzitutto, con le sue molteplici forme di integralismo e di fondamentalismo, che costituiscono terreno di coltura per il terrorismo.
I mali dell’Occidente laicista e sempre meno cristiano: il relativismo etico, la perdita del senso del bene e del giusto, lo smarrimento delle proprie radici e della propria identità Qui ancestrali sensi di colpa hanno consentito non solo che le porte venissero spalancate agli immigrati islamici ma anche che tanti predicatori e imam facessero delle città europee formidabili basi logistiche ed operative per condurre operazioni di guerra negli stessi Paesi musulmani, oltre che in Occidente.
Dunque Magdi Allam condanna senza mezzi termini il pacifismo becero e irresponsabile, succedaneo all’anti-americanismo stile anni ’70. Contro il pacifismo militante Allam ricorda come l’Iraq grazie agli Stati Uniti abbia finalmente visto la luce, pur nei travagli della guerra e del terrorismo, dopo decenni di spietata dittatura, che ha letteralmente bruciato la vita di milioni di cittadini, specialmente Kurdi e Sciiti. Di tutto ciò la maggioranza degli Iracheni è perfettamente consapevole, come testimoniato dall’elevata affluenza alle urne il 30 gennaio 2005 nelle prime elezioni libere dell’Iraq, dove circa il 60% degli elettori ha messo a repentaglio la propria incolumità fisica pur di eleggere democraticamente l’Assemblea costituente.
Come venir fuori allora dall’impasse che spesso frena la politica occidentale nei confronti dell’Islam? La ricerca di un equilibrio fra convivenza e tutela della sicurezza nazionale non costituisce sicuramente un facile esercizio per nessuno. Ma il musulmano Magdi Allam è in grado di indicare comunque una via d’uscita, pur nella consapevolezza delle enormi difficoltà che ci attendono. E’ uno spiraglio di luce che spinge a guardare con un minimo di fiducia al futuro, oltre l’ orizzonte della paura.

Quale allora la via d’uscita? Forse la condivisione della requisitoria, per tanti aspetti indiscutibilmente vera, che anima Oriana Fallaci, e a cui Magdi Allam alla fine del suo libro indirizza una lettera aperta ? Il torto della Fallaci, per Allam, è di mettere nello stesso calderone milioni e milioni di islamici che non solo con il terrorismo non c’entrano nulla, ma che spesso ne sono addirittura vittime.

Come accade per esempio ai tanti iracheni che quotidianamente vengono scannati a Baghdad e dintorni: giovani, donne, bambini Come accade ad intellettuali e moderati, tra cui lo stesso Allam, da anni costretto a viaggiare sotto scorta concessa dal nostro Ministero degli Interni per proteggerlo dalle ripetute condanne a morte per miscredenza o apostasia Eppure Magdi Allam si sente e si dichiara musulmano al 100%, come quella parte di mondo islamico che legge ed interpreta il Corano storicizzandolo, leggendolo quindi in modo non strettamente letterale.


Milioni di musulmani che nei decenni passati e ancor più oggi pretendono di vivere in una società laica e aperta ai valori dell’Occidente. Contro le generalizzazioni tipo quelle descritte da Oriana Fallaci e contro la propaganda condotta dall’Ucoii (l’Unione delle comunità islamiche in Italia, versione italiana dei Fratelli Musulmani), Magdi Allam si sente come chiuso fra due fuochi, e propone da un lato la lotta spietata al terrorismo e all’Islam radicale, suo naturale brodo di coltura, e dall’altro un’opera di ri-educazione religiosa e culturale che deve cominciare negli stessi Paesi musulmani e, a maggior ragione, deve proseguire nei Paesi occidentali ospitanti.

Imam e rettori di moschee dovrebbero essere condizionati, nell’esercizio del loro ministero, dalla dimostrazione di un’effettiva assimilazione della lingua, della cultura e dei valori dell’Occidente Utopia, velleità ? Forse, tenendo conto che lo stesso Maometto, imprescindibile punto di riferimento per tutto l’Islam, anche alla vigilia della sua morte era impegnato nell’organizzazione di battaglie e spedizioni di guerra. Eppure, almeno al momento attuale, sembra difficile individuare alternative pratiche al percorso indicato da Magdi Allam.

Roberto Cavallo

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