Il Libro delle parole degli anziani rappresenta un classico della spiritualità cristiana e un documento storico del monachesimo sviluppatosi nel deserto egiziano fin dai primi secoli del cristianesimo.
L’anonimo compilatore del V secolo raccolse in modo organico i detti memorabili dei monaci, circolanti al suo tempo in due serie, di cui la principale è quella alfabetica (Alphabeticon), qui presentata in pregevole traduzione italiana.
Il modo di vita e gli insegnamenti dei primi anacoreti mostrano quanto essi fossero legati all’intera tradizione della spiritualità, alla quale diedero un contributo proprio e peculiare di grande novità e originalità.
Di seguito qualche esempio, tratto dal libro e dalla tradizione, che potrebbe far bene alla nostra anima.
“Chi desidera che Dio esaudisca presto la sua preghiera, quando si alza e tende le mani al Signore, prima di pregare per ogni altra cosa e per la sua stessa anima, deve pregare di cuore per i suoi nemici. È per questa azione buona che Dio lo ascolterà, qualsiasi cosa poi gli chieda.” (Padre Zenone)
“Grande sicurezza contro il peccato è la lettura delle Scritture” (Padre Epifanio).
“Tutto quanto farai per vendicarti di un fratello che ti ha offeso, ti sarà di inciampo nel tempo della preghiera.” (Padre Nilo).
L’anziano disse: “Se dimori con il tuo prossimo, sii come una colonna di pietra che, se viene danneggiata, non si arrabbia e se viene elogiata, non si inorgoglisce.“
L’abate Sisoes disse: “Una volta, quando andai al mercato con un fratello per vendere i cestini, vidi che la collera mi si avvicinava; allora ho lasciato cadere le mie merci e sono scappato.“
Anche l’abate Macario disse: “Se ricordiamo i mali che soffriamo a causa degli uomini, perdiamo la virtù del ricordo di Dio; ma se ricordiamo i mali che soffriamo a causa dei demoni, staremo tranquilli.“