LA CAMERA DEI DEPUTATI BOCCIA LA LEGGE CONTRO L’OMOFOBIA (di Alfredo Mantovano)

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Secondo la caricatura libertaria e di sinistra, chi nei giorni scorsi ha votato la pregiudiziale contro la legge antiomofobia avrebbe sbarrato il passo alla civiltà, discriminando le persone omosessuali; tutto ciò ovviamente per bieche imposizioni confessionali. Il garantismo è lontano dalla sinistra: il nostro ordinamento, infatti, punisce senza distinzioni ogni aggressione alla integrità della persona e in più contiene l’aggravante dei «motivi abietti», che comprende le situazioni in cui la condotta è realizzata allo scopo di offendere, a causa dell’orientamento sessuale, la dignità di ogni persona, come insegna la giurisprudenza. Con la norma recentemente bocciata dalla Camera si voleva invece allargare la risposta sanzionatoria nei confronti di medesimi reati, sulla base dei moventi più intimi: il giudice avrebbe “presunto” i motivi dell’agire – con inversione dell’onere della prova – rispetto a tutte le condotte illecite che interessino soggetti di cui siano noti gli stili di vita in materia sessuale. Il «diritto penale del fatto» sarebbe sconfinato in questo modo in un inaccettabile «diritto penale dell’atteggiamento interiore».

Attribuire inoltre una più energica tutela penale “all’orientamento sessuale della persona offesa dal reato” avrebbe significato attribuire all’orientamento omosessuale (l’unico orientamento sessuale che lamenta “discriminazioni”) non un valore in sé positivo, ma un valore maggiormente positivo rispetto ad altri motivi discriminatori, non previsti dall’ordinamento, e quindi sarebbe stato – questa volta sì – fonte di discriminazioni: provocare una lesione a una persona perché donna verrebbe sanzionato meno gravemente del provocarla a chi manifesta un orientamento omosessuale. 

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