IL RE DEGLI ANABATTISTI

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anabFriedrich Reck-Malleczewen (1884-1945) narra la storia della corrente più estremista

del protestantesimo tedesco, quella degli anabattisti, che fra il 1534 e il 1535

ha come protagonista Giovanni di Leida, detto anche Bockelson, che con i suoi

“profeti” s’impadronisce della città di Münster trasformandola in una mostruosa

città demoniaca.

Con un documento intitolato “Reintegrazione” Bockelson annuncia il

“ritorno alla purezza della religione cristiana” grazie al nuovo assetto sociale.

Diversamente dai luterani, gli anabattisti ritenevano possibile un ritorno alla purezza anteriore

al peccato originale attraverso un rinnovamento sociale che desse una costituzione perfetta

alla comunità cristiana.

Ma i risultati della rivoluzione non sono dei più confortanti: lussuria sfrenata, poligamia

obbligatoria, isterismi collettivi, epurazioni quotidiane di coloro che non condividono il

 “nuovo ordine”. Quando le fortune del “regno di Sion” declineranno e la città sarà attanagliata

dalla fame, gli anabattisti elimineranno le “bocche inutili” e giungeranno ad uccidere i figli,

conservandone i corpi in salamoia per i loro pasti. Il dramma si concluderà con l’uccisione di

Bockelson e dei suoi compagni.

Tutto ciò è raccontato nel libro di Reck-Malleczewen (“Il re degli anabattisti”, Ed. Res Gestae),

che vede nella storia di Münster l’anteprima delle utopie rivoluzionarie moderne.

E’ molto significativo, a questo proposito, il continuo raffronto che nel corso del libro egli

compietra il moto anabattista e le rivoluzioni francese e bolscevica.

Per questo motivo Il re degli anabattisti non è solo un’opera storica avvincente, ma anche un

 libro attuale che può mostrare al lettore attento il vero volto di certi movimenti che parlano

 di “tempi nuovi” e di “città sante”.

 

Res Gestae, “Il re degli anabattisti”

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