SORIA DI MARIUS OPREA, CACCIATORE DEI CRIMINALI DI REGIME

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coverDa quando nell’Europa Orientale il comunismo è stato cancellato dalla rivoluzione del 1989, Marius Oprea si è scelto un mestiere molto  particolare. Lui, che di formazione universitaria è archeologo, ha voluto continuare a scavare nel passato recente della Romania, per riportare alla luce i crimini della Securitate: le fosse comuni senza nemmeno una croce, tombe anonime delle vittime della polizia segreta del regime rosso.

Dissidente all’epoca di Ceaucescu e successivamente fondatore dell’Istituto per la ricerca sui crimini del comunismo, setaccia la Romania alla ricerca di storie mai dimenticate,  ma da decenni passate sotto silenzio, a testimonianza delle quali oggi resta poco. Restano soprattutto le ossa di vittime assassinate dalla Securitate, la polizia politica rumena, e sepolte poco lontano dai villaggi come monito per tutti. Rimangono i resti dei vescovi e dei sacerdoti greco-ortodossi rinchiusi, torturati, martirizzati. Resta una storia della Romania quasi sconosciuta e tutta da riscrivere: “La Romania comunista era come un’enorme prigione politica, dalla quale non c’era scampo, un gigantesco penitenziario dove ventitré milioni di persone innocenti hanno sopportato una condanna penale assurda, emessa dalla fatalità della storia. Il comunismo sembrava essersi installato definitivamente e irrevocabilmente...” (pag. 130).

L’opera difficile e spesso proibitiva di Marius Oprea viene meritoriamente portata a conoscenza del grande pubblico italiano grazie al volume del giornalista friulano Guido Barella: “La tortura del silenzio. Storia di Marius Oprea cacciatore dei criminali di regime” (Edizioni San Paolo, 2014, pagg. 171).

Questo libro nasce dalla frequentazione e dalla profonda amicizia stretta da Guido Barella con Marius Oprea, che è considerato un po’ il Simon Wisenthal dei crimini del comunismo rumeno. Scavando nel passato insieme ad una squadra di “archeologi della contemporaneità”, Oprea non realizza soltanto un’operazione di verità storica – assolutamente necessaria – ma tocca pericolosamente gli interessi degli “ex compagni”, che si sono rifatti una vita e un’onorabilità e che si sono anche tramandati un potere ereditario…

Scrive Herta Müller, premio Nobel per la Letteratura: “Conosco Marius Opera, ho deciso di sostenerlo pubblicamente affinché possa continuare, con i suoi collaboratori, le indagini sui crimini del comunismo”.

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