CARD. GUALTIERO BASSETTI: EUTANASIA, IL PERICOLO DELLA SELEZIONE (3^ Parte)

782
Card. Gualtiero Bassetti
Card. Gualtiero Bassetti

“Quali sarebbero, dunque, gli effetti sociali qualora nell’ordinamento italiano venisse affermata la liceità del suicidio assistito e dell’eutanasia?

Non ci vuol molto per immaginare che si darebbe il via a un piano inclinato: diverrebbe sempre più normale il togliersi la vita e ciò potrebbe avvenire di fatto per qualunque ragione e, per di più, con l’avvallo e il supporto delle strutture sanitarie dello Stato. L’eventualità di togliersi la vita rappresenterebbe in apparenza una via di fuga che assicura libertà, ma in realtà verrebbe a determinare una terribile incertezza: se sia più conveniente rinunciare all’esistenza o proseguirla. Lo ripeto: il togliersi la vita non è dignitoso per l’essere umano; il semplice credere di poterlo fare è in grado di svuotare di senso tutta l’esistenza personale. Tale scenario sarebbe devastante, per esempio, nei passaggi difficili dell’adolescenza, e la frase detta per assurdo dai ragazzi: «Preferirei morire!», diventerebbe drammaticamente più concreta.

L’introduzione dell’eutanasia (…) indurrebbe a selezionare, mediante la formulazione di appositi parametri sanciti dallo Stato, chi debba essere ancora curato e chi non ne abbia il diritto. Il caso di Charlie, il piccolo britannico al quale è stata negata, contro il parere dei genitori, l’opportunità delle cure, rappresenta in tal senso un caso emblematico.

Siamo una società che già seleziona, e stabilisce chi tra gli esseri umani sia anche persona e porti o meno il diritto di nascere e di vivere: i più indifesi sono già eugeneticamente selezionati e in una grande percentuale non sono fatti nascere se portano qualche malattia o malformazione.

Le leggi di cui temiamo l’approvazione non farebbero che ampliare tale obbrobrio, rendendo la vita umana sempre più simile a un oggetto e sempre più soggetta alla regola del consumismo: si usa e si getta. Verrebbe così trasformato pure il senso della professione medica, alla quale è affidato il compito di servire la vita. La stessa sanità diventerebbe sempre più una sanità a due livelli, e si accrescerebbe la pericolosa tendenza a offrire cure più o meno qualificate, a seconda delle possibilità economiche di ognuno. 

Mi piace a questo punto citare l’insegnamento del Papa. Lo faccio in un momento nel quale il parlare mi è divenuto pesante, a causa dell’asprezza dei contenuti; il ricordo della testimonianza quotidiana del Santo Padre, mi porta consolazione e m’infonde speranza. Dopo aver riconosciuto che «in molti Paesi c’è una crescita della richiesta di eutanasia», Papa Francesco afferma: «Ciò ha portato a considerare la volontaria interruzione dell’esistenza umana come una scelta di “civiltà”. È chiaro – aggiunge – che laddove la vita vale non per la sua dignità, ma per la sua efficienza e per la sua produttività, tutto ciò diventa possibile. In questo scenario occorre ribadire che la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile». E conclude: «Il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza. Eppure, senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro. È questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo».

L’ultimo spunto che brevemente considero, riguarda proprio il compito della Chiesa. Essa è chiamata a rendere testimonianza ai valori evangelici della dignità di ogni persona e della solidarietà fraterna. Nel quadro della nostra società, spesso smarrita e in cerca di un senso e di un orientamento, la Chiesa questi valori deve viverli, facendo anche sentire la propria voce senza timore, soprattutto quando in gioco ci sono le vite di tante persone deboli e indifese (…)

Ecco allora il valore insostituibile delle comunità cristiane e delle Associazioni: vi saluto davvero tutte con grande cordialità e affetto! Siete contesti vitali nei quali sperimentare fraternità e condividere intenti e progettualità (…)

Conclusione 

Ringrazio tutti voi per essere qui oggi e per l’impegno con il quale contribuite al dibattito pubblico sulle tematiche relative alla vita. Che questa passione per la tutela e la promozione della vita e dell’autentica libertà delle persone possa diffondersi a tutti i cristiani, a tutti i cittadini e ai nostri Parlamentari, molti dei quali so essere presenti in sala o comunque partecipi.

Il Signore ci assista in quest’opera di testimonianza alla dignità di ogni persona, che egli ha creata e redenta. La Madre di Gesù, che ha portato la croce insieme al suo Figlio, ci insegni a lottare, a sopportare, a guardare oltre la materialità delle cose, con occhi di fede.”.

Gualtiero Card. Bassetti Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

 

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui