CINA: DOPO HONG KONG TAIWAN? (di David Taglieri)

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In un bel pezzo di Roberto Fabbri su il Giornale il cannocchiale è puntato sulla minacciata guerra di Pechino nei confronti di Taiwan, isola che invece ribadisce di optare per la libertà e la democrazia, come ha disperatamente tentato di fare Hong Kong.

La presidente Tsai ing Wen si è fatta sentire dando uno schiaffo morale ad un Occidente che oramai si inchina, o per terrore di rappresaglie o per timore reverenziale, e che tanto sa di vigliaccheria politicamente corretta.

Un giorno bisognerà anche aprire il fascicolo delle responsabilità, delle mancate comunicazioni, delle omissioni del governo di Pechino sulla strage pandemica.

Abbiamo visto nei giorni scorsi il crollo del colosso immobiliare cinese Evergrande, in difficoltà nel pagare l’interesse di 100 milioni di dollari legati alla prossima rata del debito societario.

Si è aggiunto drammaticamente il capitolo del rallentamento di produzione di energia elettrica derivante dal carbone.

La Goldman Sachs, secondo quanto riporta il Corriere Economia, ha conseguentemente abbassato di un po’ le stime della crescita della Cina: forse per questo Pechino spinge sempre di più sulla leva militare.

Intanto il social più celebre dedicato al lavoro ed alla professionalità – Linkedin – ha deciso di lasciare la Cina e di chiudere i suoi uffici presenti nel Paese; i vertici hanno descritto un ambiente sempre più difficile dal punto di vista operativo, anche a causa dei requisiti stringenti richiesti da Pechino.

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