ELEZIONI IN RUSSIA, MA SENZA OSSERVATORI INTERNAZIONALI ! (L’Ora del Salento, 24 novembre 2007, pag.11)

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russia5.jpg OSSERVATORIO GEO-POLITICO (a cura di Roberto Cavallo)

 Dove va la Russi a ? Qualcuno ha definito “la sfinge”  l’enigmatico Presidente Vladimir Putin. Con fare impassibile ha superato la crisi di credibilità legata agli orrori della seconda guerra cecena, denunciati da vari osservatori internazionali e da molte ONG. Con disinvoltura ha respinto la pioggia di critiche piovute da ogni parte del mondo per gli omicidi della giornalista Anna Politkovskaja e di Alexandr Litvinenko. E adesso, dopo essersi tirato fuori dal Trattato sulle armi convenzionali in Europa (Cfe) firmato dalla ex U.R.S.S. a Parigi nel 1990, sbatte la porta in faccia all’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce).I mass media non hanno dato eccessivo risalto all’avvenimento; non così ha fatto “Avvenire”, che ha dedicato all’accaduto una serie di articoli e di reportage sabato 17 e domenica 18 novembre. Ed ecco il “casus belli”: il prossimo 2 dicembre in Russia si voterà per il rinnovo della Duma, l’assemblea legislativa della Federazione. Non solo il principale movimento d’opposizione (“L’altra Russia” guidata dall’ex campione mondiale di scacchi Garry Kasparov) è stato escluso d’autorità dalla competizione elettorale, ma l’establishment presidenziale ha di fatto impedito all’Osce di svolgere il suo tradizionale (e solitamente efficace!) ruolo di osservatore sulla correttezza delle procedure elettorali.  <!–more–> A parte l’evidente ritardo – e in qualche caso rifiuto – nella concessione dei visti richiesti per il mese di novembre,  “… Mosca aveva acconsentito ad accogliere solo 70 osservatori invece dei 450 richiesti dall’Osce ed aveva posto limitazioni alla loro libertà di movimento, escludendo anche che fra di essi vi fossero cittadini russi” (“Avvenire”, sabato 17 novembre, pag.16). Per evitare di avallare un risultato che già si preannuncia come il trionfo personale di Vladimir Putin, l’Osce, con una lettera del suo Ufficio che si occupa in modo specifico degli istituti democratici e dei diritti umani, ha deciso di non inviare osservatori in Rus sia. Così, fa notare Avvenire, se tutto andrà sulla base ad un copione che sembra già scritto, le principali forze politiche che siederanno alla Duma dal prossimo 2 dicembre saranno Russia Unita del presidente Putin e gli ex-comunisti di Ziuganov: tutti,  più o meno, vecchi compagni di partito. Poche briciole (se pure vi saranno!) per i partiti liberal-democratici, graziosamente ammessi alla competizione.   

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