SANTA CECILIA CONTRO “IL CODICE DA VINCI” (dal libro “I nostri Santi i loro miracoli”, di Roberto Cavallo)

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gkjx_p.jpg  E’ una bella ricorrenza, quella di Santa Cecilia. E’ la prima festa che, timidamente, comincia ad annunziare l’aria frizzante di Natale…In questo giorno, il 22 novembre, i cori parrocchiali celebrano con semplicità la loro patrona, perché S. Cecilia è la protettrice dei musicisti. In alcune città del sud Italia la ricorrenza è molto sentita, tanto che i primi improvvisati zampognari di buon mattino percorrono le strade, diffondendo le inconfondibili note dei pastorali, mentre le donne già impastano e friggono le “pettole” (o “pittole”), tradizionali e semplicissime frittelle casarecce. Suoni e profumi che ancora resistono…Ma chi era Santa Cecilia?  Nelle solennità è ricordata durante la Messa nel canone romano, insieme ad altre giovani donne martirizzate come lei: Agnese, Anastasia, Lucia, Agata, Perpetua…Cecilia dunque apparteneva a quella larga schiera di primi martiri cristiani che sotto l’impero romano subirono il supplizio. Non, come purtroppo comunemente si crede, perché rifiutassero l’impero di Roma e le sue legittime istituzioni in nome di un utopistico irenismo; ma, molto spesso, perché gli imperatori cedevano alle pressioni dell’opinione pubblica, a sua volta abilmente manipolata dalle consolidate strutture sacerdotali del tempo, pagane, neo-pagane ed esoteriche. Così, a ond ate alterne, si abbattevano sui cristiani persecuzioni, torture, supplizi vari. I molti che rifiutavano di sacrificare alle divinità occulte e perseveravano nella fede venivano subito proclamati Santi dalla comunità: i Santi Martiri. Cecilia nacque intorno al 200. Si sa che aveva una bellissima voce e probabilmente (anche l’iconografia ce la tramanda così) doveva essere una bella ragazza. Si sposò e convertì al cattolicesimo non solo il marito,  Valeriano, ma anche il fratello Tiburzio. Ottenne per loro il battesimo direttamente da Papa Urbano I. Una donna in gamba, dunque, che aveva mille doti e che sapeva bene ciò che voleva.Nel corso di una delle periodiche persecuzioni testimoniò sino in fondo la fede nel Signore Gesù, e perciò, nel 230, le tagliarono la testa. Un cliché, quello di tagliare la testa alle ragazze cristiane, che purtroppo si ripete ancora oggi (cfr. Vinicio Russo, Orrore in Indonesia: macellate tre ragazze cristiane, L’Ora del Salento n° 39 del 12.11.2005, pag. 13). Poi altrettanto fecero col marito e col fratello. Cecilia fu subito cara ed estremamente popolare fra la comunità dei credenti, che da allora la ricor da con affetto e simpatia. Tutto il contrario insomma di quello che Dan Brown va dicendo sulla Chiesa delle origini, che avrebbe oppresso e conculcato il “sacro femminino”.

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