INDIA: I MAOISTI ATTACCANO, I CRISTIANI PAGANO (L’Ora del Salento, 06 settembre 2008, pag. 11)

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OSSERVATORIO GEO-POLITICO

(a cura di Roberto Cavallo)

In India su una popolazione di 1 miliardo e 20 milioni di persone i cristiani sono 23 milioni e seicentomila, diversamente distribuiti nei 28 Stati che compongono la repubblica federale. L’Orissa, uno di questi Stati che ad oriente della penisola indiana si affaccia sul Golfo del Bengala, ha una cospicua minoranza cristiana. Nei giorni scorsi è stata teatro di terribili violenze che, secondo alcune fonti (Asia News del 30 agosto), avrebbero comportato fino ad oggi un centinaio di vittime. Estremisti indù del Visha Hindu Parishad e del Bajrang hanno attaccato il 26 agosto chiese ed edifici cattolici, tra cui un orfanotrofio dato alle fiamme, dopo che un loro leader ed altri quattro esponenti del gruppo fondamentalista indù erano rimasti uccisi il 23 agosto sera. Il leader del Vhp, Laxmanananda Saraswati, e gli altri quattro sono morti in un attacco compiuto – con molta probabilità – dai ribelli maoisti, ampiamente diffusi in alcune zone rurali dell’India. Ma gli estremisti indù hanno ingiustamente accusato i cristiani per tali omicidi, forse perché Saraswati stava conducendo una campagna contro le conversioni cristiane nel distretto di Khadamal, dove 150.000 dei 600.000 abitanti sono cattolici. Le vittime sono tutte cristiane, in quella che è diventata una vera caccia all’uomo che non ha risparmiato sacerdoti e suore. Molti hanno dovuto abbandonare le proprie case e i propri effetti personali per rifugiarsi nella foresta o in campi profughi improvvisati, nel tentativo di sottrarsi alla cieca violenza indù.

Nonostante gli appelli lanciati dalla Chiesa e da tutto il mondo civile, le brutalità sono continuate per giorni, nell’incapacità delle forze dell’ordine di fermare i massacri e di tutelare la vita e i beni dei cittadini indiani di fede cristiana. Nelle ultime ore altre chiese sono state bruciate, mentre la violenza indù oltrepassa i confini dello Stato dell’Orissa, diffondendosi a macchia d’olio negli altri territori.

Non è la prima volta che in India viene scatenata la caccia al cristiano, nonostante i buoni propositi proclamati dalle autorità indù ai vari vertici interreligiosi. Ma perché proprio i cristiani ? Gli indù costituiscono in India la religione predominante e, come noto, fondano il proprio credo su una visione religiosa e culturale che sostiene la divisione in caste della società. Molti appartenenti alle classi più derelitte (i c.d. “dalit”, e cioè gli intoccabili) guardano alla chiese cristiane come all’unica r eal e ancora di salvezza e di riscatto sociale.

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