Per chi si avvicina alla psicologia sia da un punto di vista strettamente tecnico che da un punto di vista di mera curiosità, consigliamo un buon manuale – non tascabile ma quasi – che affronta le fasi della psicologia sia come disciplina autonoma che come branca di studi pronta ad interagire con altre discipline.
“Storia della Psicologia” di Eveline Pezner e Jean Francois Braunstein (Edizione Piccola Biblioteca Einaudi, pagg. 262) affronta il percorso legato allo studio della mente umana con un metodo schematico e lineare, con particolare attenzione al XIX secolo, allorquando questa materia si è ritagliata un vero campo di ricerca.
È un buon testo per gli addetti ai lavori, ma, come detto, anche per chi voglia documentarsi a livello di curiosità personale o perché ritenga che in certe situazioni il proprio campo lavorativo si trovi a fronteggiare o a confinare con le zone della mente.
Viene messo in luce all’interno dell’opera l’influsso fondamentale dell’antichità greco-romana, pilastro sul quale è cresciuto l’Occidente in tutto lo scibile; per chi si avvicina a questo libro da profano o non addetto ai lavori emerge subito che terreno di analisi psicologica è la mente in tutte le sue sfaccettature e in tutte le declinazioni. Affettività, intelligenza, relazioni sociali e da lì l’evoluzione delle diverse attività umane e con queste tutti i comportamenti che ne derivano.
Il binario sul quale viaggia la trattazione fa procedere il treno della narrazione su una impostazione schematica: ricerca delle origini, contestualizzazione dei differenti pensieri nei diversi periodi, rapporto necessario con le altre zone scientifiche umanistiche e sociali.
L’avventura parte dalla preistoria della psicologia: il soffio Omerico, ovvero il respiro e la presenza dell’essere umano che passa per Platone, Aristotele e gli stoici.
Infatti nella Grecia del quinto secolo avanti Cristo nascono la filosofia, la tragedia, la storia a livello sistematico così come i primi tentativi di stabilire un’indagine della relazione fra l’Uomo e i suoi conflitti psicologici.
La tragedia greca porta allo studio dei sentimenti e all’interesse per la vita interiore, per tutto quel vissuto conscio ed inconscio che fa della persona un centro di riferimento di natura, energie spirituali e psiche alla ricerca anche di qualcosa di più grande di se stessa.
Modernità e tradizione e al centro l’uomo sempre pronto ad indagare sulle sue origini e sulla destinazione del suo viaggio.
Disciplina relativamente giovane nella sua indipendenza, ma antica nei rapporti con altre scienze, dovrebbe essere sempre presa in considerazione e conosciuta anche in grandi linee perché permea di sé ogni azione ed ogni campo di analisi umano.
E questo testo lo consideriamo già un buon approccio anche da una prospettiva “distante”.