LEGGE SULL’OMOFOBIA: LA VIOLENZA DEL POTERE ANTAGONISTA

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Le Sentinelle in piedi sono ritornate in piazza sabato scorso a Brescia e a Bergamo, mentre si preparano le veglie di sabato prossimo a Genova, a Trieste e di domenica a Milano.

Contemporaneamente il ddl Scalfarotto sull’omofobia ha iniziato il suo nuovo iter al Senato, in Commissione giustizia, che arriverà in aula a fine gennaio, come ha scritto Alfredo Mantovano il 7 dicembre su La Nuova Bussola quotidiana.

Sono le due Italie che si contrappongono, quella del Palazzo che vuole una legge liberticida oggi per impedire domani che ci sia una seria opposizione alla legalizzazione del matrimonio omosessuale, e l’Italia delle persone e delle famiglie, che scendono in piazza in silenzio, in piedi e con un libro in mano, per dire sì alla famiglia così come è prevista nell’ordine naturale, fondata sull’amore per sempre di un uomo e di una donna.

Ma in piazza ci vanno anche i violenti, come gli appartenenti all’area antagonista di un centro sociale di Bergamo che hanno provocato le Sentinelle durante la loro veglia e cercato di aggredirle al termine dell’ora di veglia, fermate dal provvidenziale intervento della polizia 

Sul punto vale la pena di porsi una domanda. I nemici della famiglia stanno cercando di elevare il livello dello scontro facendo intervenire gli antagonisti per creare paura attorno alle Sentinelle e impedire la loro testimonianza? E per giocare su due tavoli, quello parlamentare e gaio dei glbt che si baciano in pubblico fra uomini o fra donne e l’altro, duro e violento, che vuole riportare il confronto agli anni Settanta, quando chi non era comunista era fascista, sostenendo oggi che chi propone la famiglia è un omofobo e non ha diritto di parola? Oppure siamo di fronte a un’anomalia bergamasca, dovuta alla presenza di un centro sociale particolarmente violento?

Vedremo.

Quello che è importante capire è che non sono questi pochi violenti i più pericolosi nemici della famiglia.

I nemici si trovano soprattutto nella cultura dominante, quella che è penetrata in tutti i mezzi di comunicazione, in alcuni di più ( a sinistra) e in altri di meno ( a destra, ma senza la volontà di opporsi al conformismo dilagante dell’ideologia del gender).

Lo stesso discorso vale per i partiti. Tutti sono ammalati del politicamente corretto, sia quelli di sinistra che spingono contro la famiglia naturale, sia quelli di destra che non si oppongono con tutte le forze a questo clima gayfriendly, rinnegando di fatto i valori della gran parte dei loro elettori.

La situazione è grave, ma sarebbe una cosa ancora più grave scoraggiarsi e rifluire in un intimismo ghettizzato, magari ammantato di una giustificazione pietistica. Certo, bisogna soprattutto pregare, ma chiedendo a Dio che ci dia la forza di testimoniarlo fino in fondo, senza ansia di risultato, che è nelle Sue mani come insegna papa Francesco, ma senza che venga mai meno lo spirito missionario che deve animare ogni battezzato.

Dopo la preghiera bisogna operare, osservando con realismo che esiste tanta gente desiderosa di fare del bene. Questa gente va aiutata a organizzarsi e vanno loro indicati i pochi che nel Palazzo e nei media cantano fuori dal coro, affinché possano essere riconosciuti, apprezzati e aiutati. Bisogna fare i nomi di questi pochi, chiedendo scusa a quelli che dimenticherò.

Pagano, Roccella e Molteni che alla Camera dei deputati si sono opposti al ddl Scalfarotto portando alla luce del sole il tentativo di farlo passare inosservato. Sacconi, Malan, la Bianconi e Giovanardi che stanno facendo lo stesso in Senato. E poi i pochi giornali online, La Nuova Bussola quotidiana, il settimanale online e cartaceo Tempi e Radio Maria, che permettono di leggere e ascoltare quelle voci pro-family che altrimenti rimarrebbero senza audience.

Facendo questi nomi attiriamo su di loro l’attenzione, il consenso e perché no anche le preghiere delle persone più attente e sensibili, che attualmente non hanno più punti di riferimento, ma che non hanno perso la voglia di combattere.

Andiamo avanti con fiducia e con realismo. Non possiamo promettere successi a breve, ma cercheremo di costruire una rete di singoli e famiglie (le Sentinelle in piedi) e di associazioni (vedi Sì alla famiglia di Torino) per prepararci alle prossime battaglie, che non mancheranno, e soprattutto per tenere sveglio il Paese, ricordando che senza la famiglia e senza il rispetto della vita non si potrà mai costruire qualcosa di buono.

 

 

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