QUELLO CHE GLI UOMINI NON DICONO (recensione a cura di David Taglieri)

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copAnni fa Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone scrissero per Fiorella Mannoia una canzone incentrata sulla sensibilità e specificità femminile: Quello che le donne non dicono.

Una perla di note nel panorama italico, dove vengono messe in evidenza quelle caratteristiche interiori e psicologiche della donna, che la rendono unica ed irripetibile; il tutto analizzato e sintetizzato fra le note e le parole del brano, capaci di presentare con saggezza e coinvolgimento l’universo femminile, isola da esplorare, da comprendere ed amare, nei dubbi, nelle certezze, nelle convinzioni e nelle aspettative….

Proprio partendo da quel titolo, Roberto Marchesini ha ribaltato il soggetto, analizzando l’uomo e il maschio nell’era del passaggio al 2.0. Nasce così “ Quello che gli uomini non dicono. La crisi della virilita’ ” (Edizioni Sugarco, pagg. 127), che è una introspezione della vita dell’uomo di oggi, che sembra aver perso il contatto con la sua reale dimensione, che dovrebbe avere alle fondamenta i valori del coraggio, dell’eroismo, della Patria e del Padre.

La perdita del selvatico, del rapporto con la Natura sic et sempliciter, e ancora della relazione di amicizia, di conoscenza e di confronto con gli altri uomini, con i quali ha instaurato un non dialogo fatto di diffidenza e di competizione patinata, sta portando l’uomo a vivere la crisi della perdita di identità.

L’aver confuso il concetto di forza (positivo) con quello di violenza, l’aver creato l’immagine prevalente dell’uomo violento e superficiale, immaturo e inconsistente, ha provocato a livello mediatico una criminalizzazione del maschio che avverte sempre più sensi di colpa, perdendo quella prospettiva di abnegazione, coraggio, forza morale e fisica che un tempo lo caratterizzava.

Purtroppo gli episodi di violenza sulle donne ci sono e come tali vanno condannati e combattuti; ma da qui a dipingere tutti gli appartenenti al genere maschile come dei mostri ci passa in mezzo l’oceano.

E comunque i media, a maggior ragione con l’irrompere dei potenti social network, stanno dettando l’agenda sociale e politica attuale. Si fa un pessimo servizio alla società creando grande confusione fra la gente e le persone, sempre più spiazzate da questo eterno sessanttotardo e insopportabile maschi contro femmine.

Si dovrebbe invece approfondire la sana complementarità della differenza, delle specificità e caratteristiche diverse che rendono il pianeta vario e non avariato. Marchesini si domanda il motivo per il quale l’uomo sia così frustrato, passivo, isolato. La difficoltà è generata da un disadattamento nei confronti di una società che oggi lo dileggia e lo riduce a peluche da pubblicità, pronto a tirare fuori il bancomat per i figli e a farsi mettere i piedi in testa dai figli, spesso in una malcelata alleanza con la moglie o la compagna.

Con la fine dei valori legati all’eroismo, l’uomo ha perso la relazione con la componente rischio, quella che gli donava l’adrenalina, perché nei momenti di tensione si può fallire ma talvolta si ottengono i risultati migliori.

Provarci sempre è il messaggio, la colonna sonora del saggio, perché provandoci si può vincere o si può fallire, ma non provandoci per nulla si fallisce a prescindere;  e poi Marchesini ci spiega quanto psicologicamente fallire con la coscienza a posto di avercela messa tutta, insegna a tornare alla ferita, il concetto di ferita che ci fa capire che la vita non è sempre divertimento, successo, denaro, perché se così fosse l’uomo non sarebbe un guerriero, e snaturandosi sarebbe comunque sconfitto.

Il difetto principale di oggi è il volere piacere a tutti a prescindere: piacere a tutti incondizionatamente denota qualche ambiguità, perché è logico che le forti personalità, che credono nelle loro idee e non le modificano a secondo delle circostanze,  a molti non tornino funzionali.

La virilità dell’uomo oggi viene misurata solo in base alle prestazioni fisiche e sessuali, quando l’uomo, la donna, il genere umano sono qualcosa di più profondo, interiore, psicologico che si riflette poi anche sulla fisicità. Perché corpo e anima devono e possono essere una cosa sola.

Elementi portanti del saggio sono le amicizie solide fra uomini che possono rappresentare uno specchio reciproco che li responsabilizza e li stimola a recuperare un universo di valori veri; il recupero del rapporto con il padre ed il Padre, il rapporto con la donna che deve essere sempre caratterizzato dall’alternanza forza/dolcezza.

E ancora la forza – che mai deve trascendere in violenza – deve andare a braccetto con l’umiltà, con la giusta consapevolezza dei propri limiti e talenti.

Un saggio politicamente scorretto quello di Marchesini, che rifiuta l’annichilimento della figura maschile che una certa stampa, una certa televisione e un’ideologia sessantotarda stanno tentando di codificare.

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