QUESTI FANTASMI (recensione a cura di David Taglieri)

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9788899141134Uno degli sport nazionali maggiormente diffusi nella nostra Nazione è il complottismo ovvero il ricercare a tutti i costi  e in ogni caso un risvolto sensazionalistico, per cercare di evidenziare qualcosa di nascosto che possa indirizzare l’opinione pubblica verso una curiosità che esce dai cardini della cultura, dell’arte e dell’intelligenza, per divenire morbosa e insana.

A volte seguire certe conferenze e conoscere la mentalità di taluni scrittori non solo serve per approfondire meglio certe tematiche, ma offre  nuove chiavi di lettura attraverso le quali poter leggere la realtà.

È stato quindi davvero interessante partecipare (presso la Libreria Aron di Montecitorio) alla presentazione del libro di Gianremo Armeni, “Questi Fantasmi. Il primo mistero del caso Moro“, edito da  Tra le righe libri. Durante la mattina del 16 marzo 1978, un testimone oculare si recò dagli inquirenti affermando di esser stato presente allo svolgimento della strage di via Fani, specificando tutta una serie di dettagli, tra i quali una diapositiva che  riproduceva  l’ultimo frammento del rapimento. Tutto questo provocò tensioni e disappunto, oltre che clamore mediatico quale inevitabile derivato, e non fu mai confutato perché autenticato dalla magistratura e conseguentemente dalla storia.  Secondo la ricostruzione del teste più noto del caso, due motociclisti a bordo di una moto Honda esplosero contro Aldo Moro una raffica di mitra. Questi due soggetti non furono mai individuati. Da qui la nascita di tutte le tesi complottistiche.

L’Autore mette in risalto quanto – per la smania di pubblicare e moltiplicare notizie – giornalisti, media, blogger e rete snobbino versioni ufficiali e piste semplicemente constatabili nella realtà per avventurarsi invece in labirinti di supposizioni e sospetti, che come sempre generano nuovi sospetti e spiazzano lettori, appassionati, studiosi.

E qui arriviamo all’aspetto antropologico, perché la storia non è fatta solo di cronologia e date ma anche di eventi che colpiscono l’immaginario collettivo producendo emozioni e stati d’animo;  ma la realtà poi è una, è la verità, quella verità storica che deve essere raggiunta con intelletto, razionalità e buon senso, e con mezzi intellettuali onesti e mirati alla risoluzione di casi giudiziari.

Molti giornalisti hanno sguazzato in questi ultimi anni sulle mille storie possibili che si potevano aprire su una singola vicenda oppure hanno ricomposto i puzzle di qualcosa accaduto anni fa, per costruirci su saggi o articoli tipo gialli di Agatha Christie o Simenon, ovviamente riassemblando pezzi che non si ricomponevano e non c’entravano niente l’uno con l’altro.

Ora con tutto il rispetto per i grandi scrittori di romanzi gialli, l’intento dello studioso deve essere un altro: indagare per l’onestà della storia e non per l’egocentrismo dello storico.

Quella di Armeni è innanzitutto una grande prova di metodologia storica – ha scritto “Il Garantista” – Cinque anni di lavoro, una ricerca imponente che non trova eguali sulla materia… Ne fuoriesce un’autopsia implacabile di quella che è la genesi del discorso dietrologico.”

Questo saggio riconsegna dunque alla storia la descrizione dei fatti avvenuti sic et sempliceter, con il presupposto di ragionare sui dati concretamente constatabili e non sul nulla.

Partendo da questa visione si offre un servizio a chi vuole capire come stanno le cose, evitando costruzioni permeate dall’alienazione dei se e dei ma.

Un’analisi– quella presentata in questo libro – che scardina il ruolo  della moto Honda e il tentato omicidio ai danni del testimone Alessandro Marini… Ovviamente si tratta di un testo giornalisticamente e politicamente scorretto perché annulla il moltiplicatore dei sospetti e forse risparmia la lettura di tanti saggi che fanno del complottismo quasi una religione civile…

Non vi sveliamo altro, la lettura del saggio è già un buon antidoto contro la repubblica delle chiacchiere  e dei sospetti.

 

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