SIRIA: PROFUGHI CRISTIANI ALLA DISPERAZIONE

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audo_1.jpg Non c’è pace per i cr istiani iracheni. Costretti ad abbandonare in massa il proprio Paese per timore degli attentati e dei rapimenti, impossibilitati a condurre un’esistenza normale senza la costosa protezione di qualche clan musulmano (sunnita, sciita o kurdo), anche in esilio vanno incontro a difficoltà incredibili. Pochi riescono a raggiungere l’Europa o l’America; la maggior parte si ferma in Siria o in Libano, dove, peraltro, la situazione già di per sé  è esplosiva.Avvenire” del 2 dicembre 2007 in un articolo a pagina 13 a firma di Lorenzo Fazzini titola: “Profughi iracheni: cristiani alla disperazione”.

La disperazione – scrive Fazzini – regna tra i profughi cristiani iracheni in Siria. E la miseria sta portando alla luce una nuova piaga: la prostituzione di numerose donne costrette a vendere il proprio corpo per fare fronte alla povertà in  un Paese straniero. L’inedita denuncia arriva dall’autorevole voce di Monsignor Antoine Audo (nella foto), Vescovo caldeo di Aleppo, città della Siria settentrionale, meta di tanti esuli che da Baghdad e dintorni scappano oltre confine per fuggire alle stragi…”

Il Vescovo siriano denuncia come i cristiani iracheni siano un gruppo incapace di difendersi, così che è facile e soprattutto red ditizio depredarli di ogni bene. Ma le violenze di oggi, aggiunge, sono il riflesso di un attacco che ha radici storiche.  

Una nota di speranza comunque arriva dall’Iraq: alcune province del nord abitate dai cristiani sono state recuperate alla normalità dall’esercito regolare e dalla polizia, così che timidamente e con cautela gruppi di profughi cristiani stanno tentando di rientrare nel martoriato Paese.

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