L’apologetica cristiana è la “difesa delle buone ragioni della fede”. Essa si muove, nel rispetto della rivelazione di Dio, interrogandosi sul senso della vita umana e del grande disegno della creazione, nel riconoscimento del primato della fede a seguito di un percorso logico e raziocinante fondato nei lumi dell’intelletto. Per il cristiano l’apologetica serve, in definitiva, a dare ragione della propria speranza, così come dice la Scrittura: “Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt. 3, 15).
In tali termini si esprime “Il tascabile dell’apologetica cristiana” ( Edizioni Ares, Milano, 2006, pagg. 183), libro scritto da due autori cattolici di origine statunitense: Peter Kreeft, docente di filosofia al Boston College,
e Ronald K. Tacelli, gesuita, professore associato di filosofia nel medesimo Boston College.
I contenuti del volume offrono una risposta – quanto mai convincente – alle domande dell’uomo del nostro tempo, perennemente dubbioso e angosciato. In stile asciutto e con linguaggio chiaro, procedendo per domande, obiezioni e risposte sempre sintetiche, si affrontano gli argomenti fondamentali della rivelazione, quali l’esistenza e la natura di Dio; il perché e il come della creazione in relazione anche alle problematiche legate alle teorie dell’evoluzione; il problema delle origini del male e della sopravvivenza dell’anima dopo la morte; la storicità di Gesù e dei grandi fatti della Bibbia, in un contesto che affronta la questione della divinità e della risurrezione di Cristo, radice della fede. La risurrezione di Cristo e la sconfitta della morte, infatti, distinguono la religione cristiana da tutte le altre.
Oggi l’esigenza di un’apologetica è pressante e deriva dalla necessità di offrire una risposta trascendente alle istanze meramente orizzontali del razionalismo ateo, figlio diretto dell’illuminismo. Illuminismo che – come bene spiega il teologo don Pietro Cantoni nel suo “invito alla lettura” – prima ha voluto emancipare la ragione dalla fede per poi ergerla a sua implacabile accusatrice. Ma un mondo senza fede, lungi dal rendere più spedito e felice il cammino dell’umanità, impoverisce l’uomo spingendolo in un baratro di non senso e, spesso, di inaudita violenza.