CONSULTORI: SISTEMA SANITARIO IN PUGLIA TRASFORMATO IN ABORTIFICIO

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nichi-vendolaRiceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’On.le Alfredo Mantovano:

“Sono almeno due le ragioni che rendono illegittima la riorganizzazione della rete dei consultori pugliesi approvata dalla giunta regionale con la delibera n. 735 del 15 marzo 2010. Si fondano entrambe sulla chiara lettera di quella legge 194 che regola l’aborto in Italia, e che la sinistra ritiene più intangibile della Costituzione. La prima: l’articolo 9 della 194 costruisce l’obiezione di coscienza all’ivg non com e qualcosa di toll erato, ma com e un vero e proprio diritto. Se è tale, esso però non permette limitazioni: la sola area preclusa ai sanitari obiettori è quella funzionale all’intervento abortivo, aggiungerne altre significa discriminare a causa dell’ esercizio di un diritto. La seconda: l’articolo 5 della 194 stabilisce che “il consultorio (…) ha (…) il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna (…) le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto”. La legge è chiarissima: al consultorio spetta prospettare alla gestante concrete alternative all’aborto; spetta, cioè, una delicata e impegnativa opera di prevenzione/dissuasione. Lasciare nei consultori, come pretende la Regione Puglia, solo i medici non obiettori trasforma i consultori in distributori di certificati per abortire. Quando l’assessore alla Sanità lamenta che solo l’11% delle donne che abortiscono si rivolgono a un consultorio denuncia il fallimento dell’attività di prevenzione in Puglia; ma poi, contraddittoriamente, si muove nell’ottica esattamente opposta a quella che potrebbe indirizzare al consultorio una donna incerta se proseguire o meno la gravidanza: togliendo di mezzo gli obiettori, l’opzione ivg diventa ancora più certa.

Tutto ciò è coerente con la politica sulla vita nascente perseguita con tenacia dalla Giunta regionale, che sta trasformando il sistema socio-sanitario pugliese in un grande abortificio: l’ansia ideologica di moltiplicare le ivg in Puglia sta facendo arrivare nella regione flussi di gestanti in lista per la somministrazione della RU 486, mentre si tolgono dai luoghi deputati a risolvere i problemi della gravidanza i sanitari che disturbano, in quanto pro-life. Tutto ciò è in evidente contrasto con una 194 che la sinistra sacralizza solo se e in quanto garantisce l’uccisione del concepito.”

 Alfredo Mantovano  

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