COREA DEL NORD: PERSISTE LA MINACCIA NUCLEARE (L’Ora del Salento, 8 novembre 2008, pag. 11)

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Come in tutti i regimi totalitari che si rispettino, anche in Corea del Nord il culto della personalità del “leader maximo” di turno non conosce limiti. Kim Il-sung (1912–1994), capo incontrastato del partito comunista coreano e fondatore della Repubblica Democratica Popolare di Corea è stato il padre padrone della Corea del Nord dal 1948 sino alla sua morte. Il regime si riferisce a lui come al “Grande Leader”, ed è immortalato nella costituzione come “Presidente eterno ” della nazione.

Alla sua morte gli è succeduto il figlio Kim Jong-il, che oggi ha 66 anni ed è gravemente ammalato. Nonostante ciò, sul modello di Fidel Castro a Cub a, continua a dirigere le fila della politica coreana in attesa di chiarire l’ organigramma della successione.

Il designato sarà forse uno dei figli, avuto da una delle sue innumerevoli mogli ? Continuerebbe così la tradizione coreana di un regime comunista che si trasmette per via dinastica.

Padre e figlio hanno fatto della Corea un paese poverissimo, investendo risorse illimitate nell’apparato poliziesco-repressivo e in quello militare. In un paese che vive degli aiuti della comunità internazionale (la Corea del Sud invia regolarmente tonnellate di riso nel nord affamato), il regime da anni si è gettato nella strategia nucleare a scopo militare, coltivando stretti rapporti con Iran e Siria, e come tutti i recenti totalitarismi sbandiera lo spauracchio americano per giustificare i propri insuccessi economici e la corsa agli armamenti. Scrive Rosella Idéo nel saggio “Penisola coreana: svolte e incertezze”: “Per ora il leader Kim ha tenuto a bada il suo popolo, oltre che con la propaganda, la disinformazione e i gulag, con la politica “difensiva”, convenzionale prima, nucleare poi; facendo intravedere che la bomba ha garantito la sicurezza del paese e che le risorse adoperate dallo Stato-guarnigione per le spese militari possono essere convogliate nello sviluppo economico…Ma non potrà portare avanti il gioco all’infinito.” (cfr. “L’Asia nel grande gioco”, Asia Maior, Osservatorio italiano sull’Asia, a cura di Michelangelo Torri, Edizioni Angelo Guerini E Associati, Milano, 2008, pag. 379).

Il patto sulla denuclearizzazione della Corea del Nord – in cambio di enormi aiuti economici da parte degli U.S.A. –, è stato sbandierato per mesi come un obiettivo raggiungibile, con smantellamento del reattore di Yongbyon in diretta televisiva. Poi la doccia fredda ha riportato alla realtà gli osservatori internazionali: la Corea ha annunciato la ripresa della propria attività nucleare.< –>

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