CRISI MONDIALE: E’ ANCHE CRISI DEMOGRAFICA (L’Ora del Salento, 7 febbraio 2009, pag. 11)

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< a rel=" at tachment wp-att-1536" href="https://www.recensioni-storia.it/?attachment_id=1536">asia_-_hk_index_512_x_422Fra le varie ragioni della crisi mondiale vi è anche il calo demografico. Lo afferma a chiare lettere l’economista Ettore Gotti Tedeschi, che dalle pagine del settimanale “il Timone” scrive: “Quando ci domandiamo perché non c’è sufficiente visione etica in economia, dobbiamo ricordare che l’etica è stata a dir poco censurata. Negli anni 1973-1975 le dottrine neomalthusiane produssero il crollo della natalità nel mondo occidentale. Senza crescita di popolazione i costi fissi di una società crescono, perché diventa squilibrata la composizione della popolazione (che invecchia e provoca maggiori costi sociali contemporaneamente alla diminuzione di contribuzioni). Aumentando i costi fissi, non si possono diminuire le tasse; crollando la natalità e perseguendo una politica di consumi crollano i risparmi e la ricchezza finanziaria disponibile per investimenti.”

Già il prof. Colin Clark (1905-1989) aveva predetto i misfatti di un’ economia a crescita demografica zero. Nel 1973 questo professore australiano di economia quantitativa nell’università di Cambridge, inventore del concetto di PNL (prodotto nazionale lordo), scrisse un libro, “Il mito dell’esplosione demografica”, con cui confutava tutte le teorie e le tecniche dimostrative neomalthusiane, ridicolizzando le previsioni catastrofiche di sfruttamento delle risorse ed esaltando, invece, la crescita della popolazione quale motore dello sviluppo, passato, presente e futuro.

Non a caso nell’enciclica “Sollecitudo rei socialis”, Giovanni Paolo II scriveva: “Non si può negare l’esistenza, specie nella zona Sud del nostro pianeta, di un problema demografico tale da creare difficoltà allo sviluppo. E’ bene aggiungere subito che nella zona Nord questo problema si pone con connotazioni inverse: qui, a preoccupare, è la caduta del tasso di natalità, con ripercussioni sull’invecchiamento della popolazione, incapace perfino di rinnovarsi biologicamente. Fenomeno, questo, in grado di ostacolare di per sé lo sviluppo. Come non è esatto affermare che tali difficoltà provengono soltanto dalla crescita demografica, così non è neppure dimostrato che ogni crescita demografica sia incompatibile con uno sviluppo ordinato”.

 

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