FERMARE IL GENOCIDIO NEL DARFUR! (L’Ora del Salento, 25 agosto 2007, pag.11)

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darfur_mappa.jpg OSSERVATORIO GEOPOLITICO (a cura di Roberto Cavallo)

Da secoli il Sudan patisce la tragedia della guerra e della violenza, scatenata dagli Arabi musulmani del nord contro le popolazioni animiste e cristiane del sud. Già Daniele Comboni nel suo epistolario aveva parole di dura condanna nei confronti dell’antica e consolidata tratta degli schiavi, che dalle regioni meridionali del Paese venivano razziati e portati verso il nord per essere poi venduti su vari mercati: in Egitto, in Turchia, in Arabia…
Un flusso quasi ininterrotto di inaudita violenza e di miseria umana, che in parte dura ancora oggi…Negli scorsi decenni tutto ciò ha alimentato il desiderio delle etnie del sud di combattere per liberarsi dal pesante giogo di Khartoum. Ma dopo aver siglato nel 2002 un fragile accordo con i ribelli autonomisti dell’SPLA, dal febbraio 2003 un nuovo fronte si è aperto nel Sudan, e questa volta riguarda la regione occidentale del Darfur, quella che si estende lungo il confine con il Ciad.
Il bilancio di quattro anni di guerra, che ha visto contrapposti gli abitanti della regione contro le milizie arabe filo-governative dei Janjaweed, conta almeno 200 mila vittime e 2 milioni di sfollati, molti dei quali nel poverissimo Ciad (cfr. Vinicio Russo, Continua la catastrofe umanitaria in Darfur, L’Ora del Salento n°12 del 31.03.2007, pag.14).
Come riporta “Repubblica” del 3 agosto 2007, che dedica un servizio speciale al Darfur (pagg.18 e 19), oltre 4 milioni di persone ormai “dipendono da aiuti esterni“, mentre nei campi profughi del Ciad esponenti di organizzazioni non governative hanno raccolto oltre 500 disegni di bambini miracolosamente sfuggiti alle razzie nei villaggi. Ebbene questi disegni, che testimoniano quasi come fotografie le fasi degli attacchi e dei massacri, saranno portati all’attenzione della Corte Penale Internazionale quale ulteriore prova dei crimini contro l’umanità di cui si sono macchiati i Janjaweed e i loro mandanti di Khartoum. Nei disegni infatti appaiono i miliziani che uccidono e violentano, ma anche aerei, elicotteri, blindati governativi, come da tempo denunciato da vari osservatori internazionali
Nel 2005 l’ONU ha approvato il deferimento dei responsabili alla Corte Internazionale dell’Aja, mentre nello scorso luglio ha deciso l’invio di 26 mila caschi blu nel Paese africano.

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